Il progetto come Torre di Babele e come Torre di Pisa


Cosa è il progetto: anche di fronte al progetto, così come ci accade di fronte a idee che  ci appaiono consolidate, si finisce per perdere attenzione. Si danno così per scontati metodologie e strumenti di governo del progetto (Project Management) che, pur essendo sotto molti punti di vista efficaci, mostrano da altri punti di vista la corda. In special modo appare interessante leggere il progetto alla luce delle riflessioni sulla complessità: appare in fondo paradossale intendere il progetto -che è  divenire, costruzione, emersione di qualcosa che non c’è ancora- come esecuzione di un programma  esaustivamente descritto prima dell’inizio dei lavori. In questo senso, la vicenda della Torre di Pisa mi pare esemplare.

Per me -anche per via della mia vita: la presenza di questa anomale ‘torre’ nella mia infanzia e nella mia adolescenza- la Torre di Pisa esemplifica appieno l’idea del progetto. La bellezza sta nell’unicità e nell’imperfezione. Su quel terreno la torre non avrebbe potuto essere costruita, se non si fosse accettato il contesto.

All’opposto, la Torre di Babele ci parla del progetto che è fallito. Ma qui è interessante la lettura, diversa da tutte le altre, che Dante ci offre ne De Vulgari Eloquentia.

Ho parlato e scritto delle due torri in varie occasioni. La forma più compiuta del mio ragionamento si trova nel libro Il Project Management emergente, in inglese Project and Complexity.

Inoltre: qui potete trovare il collegamento che rimanda all’audio del ‘Seminario di cultura digitale’ La Torre di Babele secondo Dante. Per una definizione dell’Informatica Umanistica alla luce del Knowledge Management, che ho tenuto nel quadro del mio insegnamento presso il Corso di Laurea Interfacoltà  in Informatica Umanistica dell’Università di Pisa.

Qui trovate un testo sintetico a proposito della Torre di Pisa. E qui a proposito della Torre di Babele.