Critica letteraria e indipendenza di giudizio


Penso di riuscire a svolgere abbastanza bene il mio lavoro di consulente e formatore perché  sono al contempo scrittore. Al contempo penso di essere abbastanza libero nel mio lavoro di scrittura, nel mio lavoro letterario e critico letterario, perché non vivo di questo. Il guadagnarmi da vivere lavorando come consulente e formatore, mi permette di essere libero quando scrivo di letteratura.

Difficile essere liberi di esprimersi, nel mondo editoriale di oggi. Il recensore di libri pubblicati dalla stessa casa editrice che pubblica i libri del recensore, non è libero. L’editor che pubblica un libro che considera di scarsissimo valore, ma lo pubblica comunque perché l’autore è famoso, non è libero.

Aiuta ad essere liberi scrivendo il pensare che -in particolare oggi, per via del World Wide Web- i buoni testi possono avere una loro circolazione, nonostante il controllo imposto dall’industria editoriale.

Con questo  atteggiamento ho scritto il Viaggio letterario in America Latina.

Con questo stesso spirito continuo a scrivere, anche mosso dalla cronaca e dall’attualità. Come in questo caso, dove guardo a come la letteratura ispanoamericana in generale, e cilena in particolare, appare in Italia, condizionata dalla presenza di personaggi e situazioni che oscurano la retta conoscenza. La stessa lettera si trova pubblicata anche qui.

(Luglio 2013)