Macchine per pensare: quarta di copertina


Sempre importante il testo destinato ad essere il primo avvicinamento di un lettore ad un libro. Letto sulla quarta di copertina in libreria, o sullo schermo mentre si visita una libreria on line, darà, si spera, un’idea di ciò che l’autore voleva dire. Inviterà, si spera alla lettura, e perché no, all’acquisto.
Ecco qui la quarta di copertina del mio libro Macchine per pensare

 

Quarta di copertina Macchine per pensare

 

Nel giro di mezzo secolo, lo scenario nel quale si muove l’uomo è radicalmente cambiato per via dell’avvento di macchine che ci siamo abituati a chiamare computer. Alla presenza pervasiva del computer nell’esperienza umana non corrisponde, tuttavia, la consapevolezza di cosa il computer sia e possa essere. L’informatica -figlia di un’unica tradizione filosofica, da Cartesio a Turing- ignora Freud, Wittgenstein, Heidegger, rimanendo campo d’azione di tecnici non sempre consapevoli della storia stessa della loro disciplina e delle conseguenze della loro azione. D’altro canto filosofi e scienziati, coloro ai quali deleghiamo la vasta comprensione della vita e dell’universo, privi per lo più di conoscenze tecniche, finiscono per disinteressarsi dell’informatica.

L’emergere, l’affermarsi e l’evolvere dell’informatica offrono l’occasione per guardare, da una prospettiva originale, la storia culturale e sociale del Ventesimo Secolo.

Attraverso la narrazione traspare la doppia natura del computing. L’iniziale progetto pretendeva di costruire una macchina destinata a supplire alla pochezza umana, imponendo controllo, regole, ordine, esattezza, in risposta a un’esigenza politica, drammaticamente incarnata nelle dittature degli Anni Venti e Trenta.

Un altro progetto, che cresce nel clima libertario degli Anni Sessanta, rovescia l’intento: la potenza della macchina può essere usata -ecco il personal computer- per sostenere l’uomo nel suo farsi carico della propria autonomia e nel suo assumersi responsabilità, affermando la libertà individuale.

Si può guardare a un avvenire dove Macchine-Dio pensano e governano il mondo al posto dell’uomo. Si può guardare ad un mondo futuro dove uomini e macchine finiscono per ibridarsi, fino a divenire un nuovo unico essere vivente.
Oppure si può -ed è questa l’ottica che l’autore propone- scegliere di continuare a osservare la scena dal punto di vista dell’uomo.

Macchine per pensare è un saggio, e allo stesso tempo un romanzo storico. E’ anche il primo di quattro volumi destinati a costituire, nell’insieme, un Trattato di Informatica Umanistica.

Francesco Varanini, ha lavorato come antropologo e poi come manager. Consulente e formatore e allo stesso tempo critico letterario, ha fondato periodici settimanali, ha lavorato nella Direzione del Personale, nel Marketing e nell’area Information & Communication Technology. Ha insegnato per undici anni come docente a contratto presso il primo corso universitario italiano in Informatica Umanistica. Per le nostre edizioni ha pubblicato tra l’altro Le parole del manager (2006), Contro il management (2010).