IBM: da Hollerith a Watson


Brani tratti da Macchine per pensare, Guerini e Associati, 2015, in libreria da gennaio 2016.

Herman Hollerith nasce nel 1860 a Buffalo, nello Stato di New York. Il padre è un emigrato tedesco. Herman studia ingegneria. Lavora al censimento del 1880 come assistente di William Trowbridge, suo professore alla Columbia University.
Il Census Office è in origine una organizzazione temporanea che si attiva ogni dieci anni, in occasione del censimento. Il giovane Hollerith ha di che riflettere. L’elaborazione dei dati del censimento, affidata al lavoro manuale di computisti addetti ad inserire i dati in tabelle, è destinata a durare anni.
Come Hollerith sa bene, le schede perforate vengono da lontano, sono in uso dalla fine del Settecento, e vantano già applicazioni di gran successo al lavoro di fabbrica: caso esemplare i telai Jacquard. Ma ora Hollerith trova il modo di utilizzare le punched cards per l’inserimento in tabelle -tabulazione- dei enormi masse di dati. L’8 gennaio 1889 il suo brevetto -una macchina tabulatrice elettrica- è ufficialmente registrato. Dal 9 dicembre 1888 le sue prime macchine sono istallate presso l’United States Department of War. Hollerith machines sono quindi usate per tabulare i dati del censimento 1890. 43 macchine permettono ai 500 addetti di svolgere in due anni il lavoro che avrebbe altrimenti richiesto sette anni. (1)
Ci si rende presto conto che, così come la macchina Hollerith tratta i dati relativi ad una popolazione umana, può trattate i dati relativi ai clienti di una compagnia di assicurazione, e -via via generalizzando- i dati relativi ad un qualsiasi prodotto che entra ed esce da magazzini, così come i dati di un carro merci su una linea ferroviaria.
Macchine Hollerith fanno così il loro ingresso nel back office di grandi magazzini, aziende elettriche e del gas, industrie chimiche e farmaceutiche, acciaierie, compagnie petrolifere e, in particolare, nel trasporto ferroviario.
Nel 1896, la New York Central and Hudson River Railroad adotta il sistema di Hollerith. Nel ’28 il sistema Hollerith è adottato dalle Ferrovie dello Stato italiane. A quel punto non solo il sistema è adottato da quasi tutti i vettori ferroviari statunitensi, ma è in uso in Inghilterra, Sud Africa, Argentina, Messico – è lo standard per quanto riguarda pianificazione della gestione del traffico dei carri, inventari, gestione delle merci trasportate.
Il primo paese straniero ad adottare le macchine Hollerith per i propri censimenti è la Russia. Nel 1910 Hollerith concede licenza dei suoi brevetti per la Germania a Willy Heidinger, commerciante di macchine addizionatrici, che fonda Berlino la Deutsche Hollerith Maschinen Gesellschaft, DeHoMaG.
Nell’11 Hollerith vende la Tabulating Machine Company a Charles Flint, questi a sua volta la vende a Thomas J. Watson. Attraverso fusioni con altre aziende del settore e vari cambi di denominazione, l’impresa diverrà, nel 1924, International Business Machines Corporation, IBM. La rete di filiali creata da Hollerith resta fondamentale per lo sviluppo del business in Europa.

DeHoMaG
Ciò che serve per ogni industria, ciò che si mostra adeguato ad organizzare il capillare, complicato articolatissimo sistema ferroviario, si presta evidentemente ad usi più nefasti. Può essere usata per tenere a bada la ribellione delle masse.
Hollerith offre gli strumenti per schedare ogni individuo, per classificare ognuno in base a sesso, razza, età, appartenenza familiare, luogo di nascita e di residenza, lavoro.
Accade così che nel ’33, poche settimane dopo la salita al potere di Hitler, l’IBM investa nella DeHoMaG oltre sette milioni di Reichsmark – più di un milione di dollari.(2) Serve produrre più macchine Hollerith, perché solo così si potranno censire e controllare le masse.
La persecuzione nazista degli ebrei, il bisogno paranoico di eliminarli dalla scena, è il caso estremo del controllo sociale che ogni Stato cerca di esercitare – in risposta alla compattezza della massa, dove ognuno può nascondersi.
Per questo servono attitudine e strumenti. La proverbiale capacità tedesca per l’organizzazione razionale può tradursi in pratica solo tramite strumenti adeguati. Macchine dedicate. Macchine per garantire certezze – almeno numeriche, quantitative. Macchine per garantire il controllo.
Tutto è ben descritto in una immagine. Un cartellone. Un annuncio pubblicitario a piena pagina, uscito in quel 1933.
Su uno sfondo grigio, un grande occhio -con una pupilla che richiama l’ingranaggio di una macchina- illumina dal cielo il profilo di un enorme edificio, che può apparire al contempo sia il profilo di un insediamento urbano, sia il profilo di una fabbrica. A lato dell’edifico un’alta ciminiera spande fumo nel cielo, a significare fervente attività. Dietro l’edificio e la ciminiera una scheda perforata.
Una frase percorre la pagina. La prima parola in alto, sopra il vigile occhio: Übersicht, il resto della frase sotto l’edificio: mit Hollerith Lochkarten.
Über: sopra, sovrastante, superiore. Überbau è sovrastruttura.
Sicht: vista, sguardo, chiarezza. Ma anche valutazione tecnica, controllo strategico, quadratura contabile. Sichtwerbung è pubblicità, propaganda visiva, veicolata attraverso immagini.
Übersicht è quindi ‘vista dal di sopra’, quadro d’insieme, prospetto riepilogativo, tabella, abstract, survey, diagram.

dehomag
Tutto questo sarà possibile per via di una macchina, la macchina Hollerith, il cui simbolico potere organizzativo è sinteticamente rappresentato dalla scheda perforata, punched card, Lochkarten.
Dunque la macchina Hollerith come mezzo tecnico per rispondere alla domanda di sicurezza, alla paura che pervade la masse e alla paura che le masse incutono. Macchina che risponde alle imminenti esigenze del nazismo al potere. Ma anche macchina-Panopticon. Bentham vide con lucida preveggenza l’esigenza prima ancora che scoppiasse la Rivoluzione Francese: immaginò così il Panopticon – il mondo come carcere strettamente sorvegliato da uno sguardo vigile che è in fondo l’occhio di Dio. (3)

Watson essere umano
Thomas J. Watson, l’imprenditore che guida l’IBM dal ’14, è anche Presidente dell’International Chamber of Commerce, ICC. D’accordo con Goebbels, fa in modo che il Nono Congresso dell’ICC -28 giugno-3 luglio 1937- abbia luogo a Berlino.
Alla seduta inaugurale partecipa Hitler, accompagnato da Göring e da Hjalmar Horace Greeley Schacht, Generalbevollmächtigter für die Kriegswirtschaft, Plenipotenziario Generale per l’economia di guerra.4
L’ascesa al potere del Partito Nazional-Socialista ha reso fertile il terreno per le Corporation americane. La Standard Oil del New Jersey ha rapporti strettissimi con il trust tedesco IG Farben. L’Union Bank di New York è strettamente collegata con l’impero finanziario ed industriale del magnate tedesco dell’acciaio Thyssen. Nel ’29 Wilhelm e Friedrich von Opel hanno venduto al General Motors la casa automobilistica. La Ford Motor Company Aktiengesellschaft monta in Germania dal ’26 la Ford T. Dall’inizio degli Anni Trenta sono solidamente insediate in Germania Du Pont, Union Carbide, Westinghouse, General Electric, Gillette, Goodrich, Singer, Eastman Kodak, Coca-Cola, ITT.
La DeHoMaG, filiale tedesca dell’IBM, non è quindi un caso isolato. Ciò che è diverso ed unico, è il prodotto-servizio che la DeHoMaG offre. L’offerta della Opel o della Ford-Werke non è dissimile dall’offerta della Mercedes o della DKW. Ma nessun altro fornitore è in grado di offrire qualcosa di simile alle schede perforate e alle tabulatrici di Hollerith.
Lo speciale ruolo delle macchine Hollerith è già chiaro quando sono passati pochi mesi dalla salita al potere di Hitler quando, il 16 giugno ’33, ha luogo in Germania un censimento.
La scelta delle informazioni da chiedere ai cittadini non è innocente. Si deve deve definire con chiarezza ogni dato che si intende raccogliere. Ma si tratta anche di temi tenici: definizione, raccolta e organizzazione delle informazioni, scomposte in unità elementari, in ‘dati’. servono per questo macchine dedicati e specialisti dotati di una nuova professionalità. Alla qualità, al dettaglio dei dati raccolti si aggiunge la capacità di incrociare e organizzare le informazioni. Servono macchine Hollerith, macchine per il controllo sociale.

Watson macchina
Thomas John Watson Sr. È Chairman dell’IBM per quarantadue anni.
Gli si rende onore con il nome del sistema cognitivo che IBM sviluppa nei primi anni del nuovo millennio: Watson. La sfida è stavolta inseguire l’uomo nelle sue capacità semantiche: è in fondo il sogno di Frege, elevarsi dalla sintassi alla semantica, dall’espressione corretta alla produzione di senso. Ma sempre a partire da un sistema di regole, da algoritmi, programmi.
Si tenta di argomentare che il progetto ha come scopo facilitare l’interazione tra uomo e macchina. Si vuole sostenere che sia utile all’uomo una macchina con la quale si possa interagire senza dover ricorrere ai complicati linguaggi che la normale macchina è in grado di capire. Ma per l’uomo, come non è mai un problema comunicare con un cane o con un gatto, non è mai un problema colloquiare con una macchina. L’aspettativa, che spesso l’uomo, insicuro, nasconde a se stesso, è disporre di una macchina in grado di sostenerlo nel proprio libero pensiero.
Stavolta, con Watson, poiché alle masse si devono offrire spettacoli adatti, si trascura il troppo sofisticato gioco degli scacchi, e si scende sul piano della più comune volgarizzazione della conoscenza: la capacità di rispondere alle domande di un quiz televisivo. Ecco la grande sfida, che naturalmente la Macchina vince: esibirsi sui teleschermi, durante una puntata di Jeopardy!, ovvero Rischiatutto. Naturalmente, anche in questo caso si tratta di una sfida comoda, fondata in realtà su ciò che è facile per la macchina, ed è al contempo un inevitabile punto debole umano: la mera capacità di memoria, il tenere in archivio masse di dati. Si sceglie dunque, per colpire l’immaginario popolare, un gioco adatto più a una macchina che a un uomo, un gioco dove intuizione ed abduzione giocano un ruolo marginale.
Questa è l’intelligenza, il modo di intendere il pensiero, che si pone alla fine come modello all’uomo-massa. Più che un modo per aiutare l’uomo a pensare, un modo per indurlo a smettere di pensare. Ancora una volta, la macchina è al servizio del controllo sociale.

1Virginia Hollerith, “Biographical Sketch of Herman Hollerith”, Isis, Vol. 62, No. 1 (Spring, 1971), pp. 69-78. Frederik Boheme, J. Paul Wyatt, James P. Curry, 100 years of Data Processing: the Punchcard Century, U.S. Dept. of Commerce, Bureau of the Census, Data User Services Division, Washington DC, 1991.
2Edwin Black, IBM and the Holocaust: the strategic alliance between Nazi Germany and America’s most powerful Corporation, Crown, New York, 2001; edizione aumentata con nuovi documenti: Dialog Press, Rockville, Maryland, 2012.
3Jeremy Bentham, The Panopticon Writings, 1791 (stampato ma non distribuito), a cura di Miran Bozovic, Verso, New York, 1995.
4Sir Raymond Streat, Lancashire and Whitehall: The Diary of Sir Raymond Streat, Manchester University Press, 1987, Volume 1, pp. 505 e segg.