‘Strana gente i formatori’, un libro di Massimo Reggiani, edizioni Este, dicembre 2016


Massimo Reggiani è un amico. E’ scomparso prematuramente al termine dell’estate del 2008. Quando di ritorno in Italia dalla mia permanenza in Ecuador mi sono trovato ad iniziare la mia carriera in azienda, come formatore, presso Mondadori, Verona, Officine Grafiche, Massimo svolgeva già da qualche anno quella professione. L’amicizia è durata da allora. La mia ondeggiante carriera mi ha portato lontano dalla formazione, per poi avvicinarmi di nuovo verso la metà degli Anni Novanta. Massimo è invece rimasto fedele al ruolo lungo tutta la sua vita professionale. Non credo di essere il solo a considerarlo una figura esemplare. Per serietà, impegno, specifica competenza, vasta cultura, ma anche per quello spirito lieve con cui si muoveva nel lavoro e nel mondo.
Quando nel 2004 ho dato vita a ‘Persone & Conoscenze’ non poteva mancare, fin dal primo numero, una sua rubrica. Se non fosse scomparso quattro anni dopo la sua collaborazione continuerebbe di certo ancora oggi. Strana gente i formatori  (Este, 2016)  raccoglie i testi che ha fatto a tempo a scrivere. Credo che ogni formatore possa rispecchiarvisi, imparando qualcosa su di sé. Credo tramite queste pagine chi osserva da lontano, dall’esterno questo ruolo, possa comprenderne il senso più segreto.

Reggiani Strana gente i formatori

Qui di seguito pubblico la mia Prefazione.
Inauguriamo la collana ‘Le Narrazioni’, che accompagnerà nel corso del tempo la nostra rivista Persone & Conoscenze, con un libro che parla di formazione. Un libro che raccoglie in volume le rubriche e gli articoli scritti su Persone & Conoscenze da Massimo Reggiani.
Perché la formazione: si tratta di un argomento sempre al centro dell’attenzione di Persone & Conoscenze, ed oggi di speciale attualità, per diversi motivi. La formazione è necessaria per garantire ad ogni azienda -in un clima di sempre più accesa competizione, in un quadro ridefinito dalla globalizzazione e dall’internazionalizzazione- competenze adeguate alle sempre nuove necessità. Allo stesso tempo la formazione è necessaria alle persone: l’innovazione tecnologica galoppante, i cambiamenti organizzativi sempre più frequenti, le incombenti riduzioni di organico, obbligano le persone ad un costante aggiornamento, e ad un lavoro su di sé, teso a mantenere viva l’autostima e la capacità di adattarsi a situazioni sempre nuove.
Eppure, la consapevolezza della necessità della formazione si scontra oggi, lo sappiamo bene, con gravi difficoltà: l’aspettativa di risultati immediati, la contrazione dei budget. Si deve fare di più, più velocemente, con meno risorse.
Perché Massimo Reggiani. Perché la sua storia personale è una buona sintesi della storia della formazione aziendale in Italia. Massimo Reggiani, dalla metà degli Anni Settanta fino alla sua prematura morte, al termine dell’estate del 2008, ha lavorato come formatore. Prima in una grande azienda, e poi presso quella che è stata forse la più importante scuola di formazione aziendale italiana, Tesi.
Quando Massimo Reggiani, negli ultimi Anni Settanta, nei primi Anni Ottanta, iniziava ad affermarsi nella professione, la formazione aziendale era intesa, nel nostro paese, come un investimento strategico. In un contesto di crescita e di fiducia del futuro, la formazione appariva come il modo per diffondere la cultura imprenditoriale italiana, e allo stesso tempo il modo per coltivare le potenzialità delle persone, per cercare il loro coinvolgimento. Nessuno metteva in dubbio allora la centralità della formazione. né si lesinavano le risorse.
Quando negli Anni Novanta lo scenario è mutato, Massimo Reggiani si è trovato ad essere testimone esemplare di questa grande tradizione. Anche di fronte ad aspettative dei committenti sempre più pressanti, anche di fronte a budget risicati, anche in situazioni aziendali di grande difficoltà, Massimo Reggiani ha sempre saputo portare valori positivi: la ricerca comune di un punto di incontro tra le aspettative dell’impresa e i bisogni della persona, la cura di se stessi, il piacere della conoscenza, il rispetto degli altri, la riflessione pacata e mai superficiale.
Cresciuto alla scuola di grandi maestri, è sempre rimasto lontanissimo da quella prosopopea alla quale indulge non di rado chi si sente il fondatore di una scuola, o l’inventore di un qualche approccio metodologico. Massimo Reggiani, al contrario, costruiva la sua autorevolezza sullo stile sobrio, sulla rinuncia a qualsiasi ostentazione. E prediligeva il bricolage: usava di volta in volta, con competente modestia, approcci diversi, con un gusto da artigiano, con leggerezza, tendendo sempre allo scopo, ma anche adattandosi alle situazioni.
Quando nel 2004 ha preso vita Persone & Conoscenze, Massimo Reggiani, docente ormai autorevole, stimato dai colleghi e dai manager suoi clienti, ha subito aderito al progetto. Assumendosi l’onere di portare nei contenuti della rivista lo sguardo e la voce della formazione.
La sua rubrica -Stazioni di confine- non è mancata su nessun numero della rivista, dal primo, al fino alla metà del 2008. Allora la rivista era giunta al numero 42, e una dura malattia aveva ormai allontanato Massimo dal lavoro a cui si era dedicato con tanto impegno e tanto amore.
Riproponiamo qui le rubriche, accorpate per argomenti. E gli articoli che alle rubriche si erano aggiunti.
Troverete in queste pagine quell’insieme di temi che sono il sale della buona formazione: metafore, narrazioni, analogie con situazioni della vita quotidiana, riflessioni sul senso del lavoro, sulla cultura d’impresa, riferimenti -precisi e acuti, ma mai ostentati- alla cultura umanistica e scientifica. E sempre anche attenzione per le persone, e disponibilità a parlare di sé, mettendosi in gioco, senza cattedra. Serietà, impegno, mai disgiunti dall’autoironia e dalla leggerezza.