Della traduzione di un titolo di Manuel Puig. La letteratura come alimento o la letteratura come inganno


Ho in cantiere da tempo un secondo saggio a proposito di autori e testi di letteratura ispanoamericana.
Entreranno a far parte di questo libro le pagine che ho scritto verso il termine dell’estate 2019.

Qui potete leggere il testo.

Il caso della traduzione italiana del romanzo Boquitas Pintadas di Manuel Puig è esemplare. L’opera, uscita a Buenos Aires presso l’Editorial  Sudamericana, nel 1969, esce in italiano nel ’71, tradotta da Enrico Cicogna per Feltrinelli, con il titolo Una frase un rigo appena. Il titolo non è che la punta dell’iceberg.
Nel testo le citazioni dei tangos di Gardel, fondamentali nella narrazione, sono sostitute con citazioni di canzonette italiane. Dove l’autore cita Sarmiento, uno dei padri della Patria Argentina, il traduttore traduce: Garibaldi. Si mostra qui come le traduzioni dei romanzi ispanoamericani erano condotte all’insegna del pregiudizio e di vizi ideologici. Un’America Latina di fantasia è sostituita all’Argentina narrata dall’autore.
Non solo manca il rispetto filologico del testo, ma si nega al lettore la percezione del clima storico e culturale dal quale l’opera emerge. Al di là del caso esemplare di cattiva traduzione, resta aperta la riflessione sulla difficile arte della traduzione letteraria.
Più in generale, le vicende raccontate mostrano aspetti del lavoro editoriale che il lettore ignora. Scelte legate al caso spesso prevalgono sulla ricerca consapevole di titoli stranieri meritevoli. La presunzione copre spesso l’ignoranza.