‘Innovazione nell’edizione’. Articolo di Francesco Varanini sulla rivista ‘Riflessioni Sistemiche’ n. 22 giugno 2020


La rivista Riflessioni Sistemiche pubblica un numero dedicato all’Innovazione fra continuità e discontinuità.

Mi è stato chiesto di scrivere un articolo sull’innovazione nell’industria editoriale. Più che industria editoriale, preferisco parlare in senso lato di editoria.
Impossibile, nello scrivere a questo proposito, ignorare i cambiamenti conseguenti all’aggiungersi alla tradizionale codifica cartacea, la codifica su supporto digitale. Questa novità tecnica muta per molti versi l’editoria – che però mantiene immutato il suo senso già chiaro alla luce della storia. Nel tentare di marcare alcuni passaggi chiave, mi sono trovato a raccontare sei storie autobiografiche – ripercorrendo  così tappe della mia vita.
Appare dunque sul numero 22, giugno 2020, della rivista il mio articolo dal titolo Innovazione nell’edizione. Ovvero come l’innovazione tecnologica si rispecchia nell’innovazione sociale.

Trascrivo  qui un breve estratto dalle righe conclusive:

Nei tempi digitali si può immaginare che l’autore – ogni cittadino – sempre più pubblicherà da sé i propri testi.
Possiamo intravedere due possibili evoluzioni del ruolo dell’editore.
In una prima immagine del possibile futuro, vediamo la figura dell’editore avvicinarsi sempre più a quella del tecnico, custode del codice digitale e della conservazione e della diffusione dei testi tramite macchine digitali.
Un’altra immagine, che considero più auspicabile, vede l’editore come testimone della qualità di un testo. L’editore è in fondo innanzitutto un lettore. Legge testi – in futuro sempre più testi disponibili sotto forma di codice digitale – e solo su alcuni appone il suo marchio di qualità. Già oggi, del resto, il marchio dell’editore aggiunge valore ad un testo. Possiamo dunque sperare che in futuro il giornalista sia sempre un semplice narratore, e che l’editore sia sempre più un attento lettore, selettivo nello scegliere i testi.

Spero con questo di far nascere una qualche curiosità, spingendo così a leggere l’articolo che trovate qui, e qui sul sito della rivista.