I passi evaporati del serpente di cristallo. Un articolo apparso sulla rivista ‘Tutte quelle cose’. A proposito di estetica e poesia


Estetica: αἴσϑησις, sensazione», percezione», capacità di sentire, sensibilità. Ciò che tale termine innanzitutto indica è quel particolare tipo di esperienza che ci capita di fare quando giudichiamo ‘bello’ qualcosa. Ci sono punti di contatto tra letteratura, poesia, arti visuali. Al centro della percezione sta sempre l’immagine.

L’arte e la letteratura riconciliano con sé stessi e con il mondo. Quando finalmente mi concedo di scrivere di poesia, quando ripercorro il mio stesso cammino di critico letterario, quando torno a guardare le mie fotografie, mi rendo conto che sta lì la radice del mio essere consulente e formatore.

Ritorno su temi che ho già trattato nel Viaggio letterario in America Latina. Argomenti che svilupperò in una nuova raccolta di saggi, la cui scrittura procede lentamente da vent’anni.

Góngora, Lezama Lima, le facciate delle chiese barocche di Potosí, la  fauna e la flora dell’America Latina, il barocco come esaltazione dell’immagine, lo sguardo personale come fonte di poesia, le foto che ho scattato in luoghi conosciuti attraverso la letteratura

Mio articolo pubblicato sulla rivista Tutte quelle cose. Cultura visiva contemporanea. Scrive Giovanna Gammarota presentandolo: “La migliore poesia si nutre spesso di immagini: alcune quotidiane, altre più metaforiche. Proprio a partire dall’immagine di un serpente di cristallo, evocata nei primi due versi di una poesia di Luis de Góngora y Argote (chierico spagnolo dell’inizio del Seicento), Francesco Varanini ci conduce in un vertiginoso viaggio semantico nel territorio del simbolismo barocco. Perché si parla di un serpente di cristallo? Il serpente è dunque un fiume? E se è un fiume, dove ci conduce il corso della sua interpretazione simbolica? Una sfida alla curiosità del lettore cha vale la pena di raccogliere”.