In occasione dell’uscita del mio libro: Macchine per pensare. L’informatica come prosecuzione della filosofia con altri mezzi, Guerini e Associati, si è svolto presso la Casa di Vetro, giovedì 14 gennaio 2016, dalle 18 alle 20.30, il Seminario sull’Umanesimo digitale.
Ripercorrendo alcuni dei temi trattati nel libro, e sempre considerando che l’oralità è una cosa diversa dalla scrittura, e che non intendo seguire una traccia rigida, ho seguito un filo logico che qui sotto riassumo.
Dobbiamo interrogarci sul perché l’uomo, nel Ventesimo Secolo, sia arrivato a considerare il post-umano -un mondo popolato da macchine che lavorano e pensano al posto dell’uomo- prospettiva non solo inevitabile, ma anche auspicabile.
I computer sono nati per questo: macchine destinate a supplire alla pochezza umana, imponendo controllo, regole, ordine. In definitiva, imponendo all’uomo una superiore ragione.
Ma all’opposto, possiamo scegliere di continuare a osservare la scena dal punto di vista dell’uomo. Possiamo osservare i limiti impliciti in ogni dato e in ogni algoritmo, e porre fiducia nel sorprendente e sempre rinnovantesi pensiero umano.
Vedremo allora i computer come utensili tramite i quali l’uomo può meglio farsi carico della propria libertà. Macchine per assumersi responsabilità. Strumenti di un nuovo umanesimo.
Casa di Vetro
via Sanfelice 3, Milano
nell’ambito del ciclo di incontri Condividere conoscenze, costruire conoscenza
giovedì 14 gennaio 2016, dalle 18 alle 20.30