INTELLIGENZE ARTIFICIALI COME FUGA DALLA RESPONSABILITÀ
Lezione di Francesco Varanini
Festivaletteratura 2024, Mantova, giovedì 5 settembre ore 18
Incontro gratuito ad ingresso libero
Qui il programma del Festival
L’avvento delle cosiddette ‘intelligenze artificiali’ chiama in causa la responsabilità personale e sociale di progettisti, finanziatori, e sostenitori dell’osannata novità. Perché progettare e costruire macchine destinate a sostituire gli esseri umani, anziché ad accompagnarli nel pensiero e nel lavoro? Perché immaginare macchine destinate ad autosupervisionarsi nel proprio sviluppo?
Allo stesso tempo la novità chiama in causa ogni cittadino. E’ responsabilità di ognuno assumere posizioni critiche, resistendo ad una propaganda tesa a diffondere l’idea che l’unica scelta possibile consista nell’adeguarsi, adattandosi ad essere passivo utente.
Serve per questo una narrazione che, sfidando le accuse di atteggiamenti retrogradi e luddisti, collochi le ‘intelligenze artificiali’ in un quadro storico e culturale onesto e trasparente, comprensibile ad ogni cittadino, e ricordi come ogni nuova tecnologia vada sottoposta al vaglio della sostenibilità ed intesa alla luce dell’umana saggezza.
Apprenderemo così a non cedere ad una facile tentazione: affidare ad ‘intelligenze artificiali’ responsabilità che ci paiono troppo gravose.
Le lavagne sono lezioni en plein air in cui i relatori invitati, con il solo ausilio del gesso e di una lavagna di ardesia, sono chiamati ad illustrare fondamenti, principi, teoremi,
questioni propri di una disciplina scientifica. Il tempo è più o meno quello di una lezione universitaria (45′ più uno spazio per le domande dal pubblico), nella cornice della magnifica di piazza Mantegna, su cui affaccia la Basilica di Sant’Andrea disegnata da Leon Battista Alberti.
Ma poi, a causa delle condizioni atmosferiche, l’incontro si è svolto nella Rotonda di San Lorenzo, contigua a Piazza Mantegna.
Una mia personale riflessione sul senso di questa lezione
FARSI VEDERE MENTRE SI PENSA. 5 SETTEMBRE ORE 18: LEZIONE ALLA LAVAGNA ‘LE INTELLIGENZE ARTIFICIALI COME FUGA DALLA RESPONSABILITÀ’. FESTIVALETTERATURA MANTOVA
E’ normale nell’insegnare -anche all’Università- seguire passo dopo passo appunti, e ancor più affidarsi alla scansione degli argomenti, e quindi alla guida nell’atto di insegnare, garantita da power point. E di recente sembra diventato normale preparare le lezioni tramite intelligenze artificiali generative, cioè all’affidarsi a come il nostro personale pensiero è rimasticato da una anonima scatola nera.
E poi si sa che comunque i manuali sotto forma di libro, il web e piattaforme di elearning offrono innumerevoli lezioni simili a quella che il docente propone.
Quindi: strumenti tecnici al servizio dell’insegnamento sembrano tecnici rendere inutile la lezione faccia a faccia, in presenza.
Tutto questo spinge a chiedersi: quale è il servizio che solo la lezione in presenza è in grado di offrire?
Deambulando, gesticolando, guardando negli occhi gli astanti o chiudendo gli occhi nello sforzo della concentrazione, accettando l’accidentato dipanarsi, attraverso salti e lacune e ritorni su punti già toccati, e anche attraverso gli inciampi, oltre il bloccarsi su un punto difficile, emendando passo dopo passo, pur consapevoli delle oscurità e zone d’ombra e imperfezioni che restano sempre, MOSTRIAMO L’EMERGERE DEL PENSIERO.
La frase qui sopra non è semplice e chiara: ecco come si dipana il pensiero: sgarbugliare un garbuglio.
Mostriamo senza vergogna questo processo! Questo è l”insegnare’ – costruttivo scambio tra esseri umani.
Gessetto e lavagna simboleggiano questo umanissimo lavoro: sulla lavagna si accumulano tracce dell’articolarsi del pensiero, si improvvisa il consolidarsi della conoscenza in parole chiave. Ed anche: la lavagna è immagine di uno solo tra i differenti percorsi possibili, e può essere sempre cancellata: ci dice quindi che ogni meta raggiunta è provvisoria, che esiste sempre un altro percorso.
La conoscenza è un processo sempre in fieri.
FARSI VEDERE MENTRE SI PENSA: IL DONO PIÙ GRANDE CHE UN INSEGNANTE PUÒ OFFRIRE.
Più si diffondono macchine che ammaliano e forniscono pappa pronta, evitandoci la fatica del pensare, più diventa importante tornare a pensare.
Nei tempi in cui è così di moda l’affidarsi a cosiddette intelligenze artificiali, la lezione in presenza, a macchine spente, diventa essenziale invito a far propria questa basilare arte umana: pensare. Pensare da soli.