Il baule delle storie Coop


Conversavo, in auto tra Montelupo Fiorentino e Pisa con Stefano Ferrata.
Mi parlava della sua idea, portare alla luce la cultura cooperativa, e la cultura delle diverse Coop territoriali, e la cultura delle diverse famiglie professionali. Traendo così vantaggio, per tutti, dalla sia pur temporanea presenza presso Scuola Coop di numerose e diverse persone. Perché il senso di una scuola di formazione va ben oltre i singoli corsi, i singoli programmi, un catalogo di offerta.
E io gli dicevo della mia idea, un baule che ospita narrazioni, non c’è bisogno di un ordine previo, non c’è bisogno di una forma imposta, data a priori. Ormai anche il romanzo può essere inteso così, un baule riempito per accumulazione. E a maggior motivo una letteratura: è una rete che emerge dalla connessione di diverse narrazioni, ognuna autonoma eppure segretamente predisposta ad appartenere a una rete; nessuna storia indispensabile, e tutte utili. Cosicché l’autore, nel pieno rispetto della singolarità e dell’unicità dei contributi, è sempre collettivo.
Poi siamo tornati sull’argomento in mezzogiorno estivo, a Piombino, insieme ancora a Stefano, a Alessandra Gasperini, a Enrico Parsi.
Nella sede della Scuola Coop, a Montelupo Fiorentino, c’è un baule: simboleggia il progetto. Ogni persona che viene alla scuola per partecipare ad un corso ha certo qualcosa da imparare. Ma ha anche, sempre, come ogni persona, qualcosa da narrare. Se non altro, la storia della propria vita. E le storie che parlano di come personalmente il lavoro è vissuto.
Il progetto ha generato due libri, editi da Scuola Coop. Il baule delle storie. Storie di ordinaria cooperazione, 2011. Il Baule delle storie. Storie Coop nell’anno dell’Expo, 2015.