Senza fabbrica non c’è valore, Assoetica al Piccolo Teatro di Milano, 14 febbraio 2012, ore 18.00


E’ importante distinguere tra ‘produzione del valore’ ed ‘estrazione del valore’.
Esternalizzare le fabbriche, allontanarle dai nostri occhi, portare tutti ad immaginare che le fabbriche operino in un non-luogo è la strategia più semplice ed efficace a disposizione di chi pratica la politica dell’estrazione di valore. Fabbriche lontane, fabbriche invisibili fanno comodo a chi considera le imprese produttive vacche da mungere a favore della finanza speculativa.
Perciò, chiunque consideri che l’etica risiede nell’attenzione alla costruzione, e non alla mera estrazione del valore, deve tornare a guardare ciò che accade in fabbrica. In quei luoghi dove, in realtà, il valore si crea.
Fabrica è in latino ‘attività inerente alla lavorazione’. Poi dalla mera attività si passa all’‘attività organizzata’: così è la “fabbrica del duomo”. Ma è sempre anche l’opificio, l’officina, il luogo della poiesis. E’ il luogo dove si crea. Come l’inglese factory, il luogo dove si realizza la necessaria trasformazione della materia prima in prodotto finito; il luogo virtuoso dove per mezzo del lavoro degli uomini si fabbricano cose. Lavoro degli uomini: anche nella ‘fabbrica automatica’ sognata da tecnologi utopisti c’è l’uomo. Il robot funziona perché è osservato, controllato e regolato dall’uomo.
Sono fabbriche, ricordiamolo, i call center, dove il lavoro delle persone si manifesta nel colloquio con i clienti. Sono fabbriche anche le fabbriche del software, dove si scrive codice. Sono fabbriche gli sterminati data center che contengono informazioni sulla nostra vita.
Anche nella nostra epoca che si vuole dominata dal ‘terziario avanzato’, dal marketing e dai brand, anche in un’epoca dove si vuole porre l’accento più sul servizio che sul prodotto, la fabbrica continua ad esistere, e ad essere necessaria.
Assoetica organizza un incontro a questo proposito, in concomitanza con la messa in scena presso il Piccolo Teatro di Milano di Settimo. La fabbrica e il lavoro, opera teatrale scritta e diretta da Serena Sinigaglia, tratta dalle parole di ex operai dello stabilimento Pirelli.
Chi assiste all’incontro proposto da Assoetica, può assistere subito dopo allo spettacolo teatrale a prezzo ridotto. Qui la locandina e le informazioni per iscriversi.

A cose fatte, aggiungo qui di seguito la traccia che ho seguito durante la conversazione.
Non parlare di crisi
parlare di quello che possiamo fare
fare quello che si può, stando sullo stesso scenario strategico degli americani, pur con le nostre risorse ben più limitate

Guardare con un proprio sguardo italiano
Non ci serve Boston Consulting
Non ci deve condizionare il giudizio delle società di rating
Ci servono una formazione ed una consulenza italiane

Walter Rathenau, 22 giugno 1922
Una società non esiste per distribuire dividendi, esiste per uno scopo sociale
Il risultato economico per ognuno degli attori coinvolti può e deve essere vincolato allo scopo
Si impone come obiettivo per tutti l’estrazione del valore (da parte degli shareholder)
Mentre potremmo e dovremmo porre l’accento sulla creazione del valore
Solo attorno alla creazione del valore possono essere convocati i diversi attori
Equità come garanzia per tutti gli attori coinvolti
Ricerca comune di un punto di convergenza, a costo di rinunce al pieno perseguimento dell’obiettivo privato
Quindi, superamento dell’approccio utilitarista fondato sulla massimizzazione del proprio piacere
Ricerca costante del patto, dell’accordo

Così veniamo alla fabbrica, luogo simbolo della creazione del valore
Combattere la tendenza a considerare la fabbrica ubicata in un non-luogo
La fabbrica, il luogo dove si fabbricano le cose, c’è anche se non la vogliamo vedere
Lì si impara e si mette in pratica una fondamentale lezione di co-esistenza, collaborazione, solidarietà: solo attraverso il lavoro coordinato di tutti si ottiene il prodotto.
L’organizzazione del lavoro è importante come fonte di atteggiamenti pratici orientati all’accordo in funzione di uno scopo
Perciò dobbiamo interessarci a cosa accade nella fabbrica
Innanzitutto dovrebbe occuparsene il Direttore del Personale
Siamo tutti Direttori del Personale della Foxconn, a maggior motivo se la Foxconn è lontana da qui

Etica della curiosità: prenderci cura di ciò che non ci riguarda (direttamente: indirettamente tutto ci riguarda)

Vari aspetti di queste riflessioni tornano come argomenti del mio libro Marchionne non è il migliore dei manager possibili, Guerini Next, 2022.