Il pane quotidiano nell’era digitale. Ovvero: il diritto alla riparazioni e le nefaste conseguenze politiche dell’Internet of Things e del Cloud. Articolo apparso su ‘Agenda Digitale’ il 30 aprile 2021


L’articolo è apparso su Agenda Digitale il 30 agosto 2o21.
Sotto l’occhiello: Pane e Digitale, il titolo (il link qui sotto rimanda all’articolo):
Il diritto a riparare: le big tech ce lo negano, così ci tengono in pugno

Non possiamo riparare le macchine digitali, ma le macchine si aggiornano a nostra insaputa. Internet of Things e Cloud comportano minacce di cui ogni cittadino dovrebbe prendere coscienza.
Gli strumenti digitali rendono i cittadini passivi fruitori di scelte predefinite. La risposta democratica consiste nell’aprire ciò che è tenuto chiuso, nello svelare ciò che viene tenuto segreto, nel considerare l’uso delle tecnologie terreno di azione politica.
Dobbiamo anche ricordare che è sbagliato ritenere che la minaccia riguardi solo gli ignari cittadini. Dove c’è Internet of Things e Cloud gli stessi spazi di azione dei manager sono ridotti e sviliti.

Il mio articolo lega tra di loro tre fonti.

La presa di posizione di Steve Woziack, fondatore assieme al troppo celebrato Steve Jobs delle Apple, a favore del movimento Right to Repair.

La ‘filosofia del rotto‘, modo di intendere le tecnologie proposto da Alfred Sohn-Rethel, misconosciuto sociologo tedesco appartenente alla Scuola di Francoforte, negli Anni Venti del secolo scorso.

Il racconto distopico di Cory Doctorow Unauthorizd Bread, che si trova in italiano nella raccolta Radicalized, Mondadori, 2021.