Marchionne non è il migliore dei manager possibili. Una recensione di Ugo Perugini su ‘Leadership & Management Magazine’


Grazie a Ugo Perugini per la sua acuta lettura.

La recensione si trova qui.

Riprendo le frasi finali:

“Per Varanini, il manager che prende a riferimento Marchionne sceglie di non agire, a meno che la sua azione non venga premiata da una congrua remunerazione. Sostituisce l’opportunismo alla rettitudine, rinuncia alla propria idea per adeguarsi al pensiero dominante. Si muove convinto di appartenere a una classe protetta. Sceglie di essere megafono di interessi che si nascondono dietro la sua artefatta immagine di decisore. La sua carriera è frutto di connivenze e di cordate, di appartenenze e di clientele, più che di autonomo progettarsi.

D’altra parte, l’Autore, forse con un po’ di utopia, crede che il manager debba essere anzitutto una persona responsabile che non rinuncia mai a se stesso e nel contempo si apre agli altri e al mondo e tiene sempre presente la pluralità dei soggetti sui quali la sua azione incide. Un manager che non si isola dal mondo ma pensa sempre che sia possibile cambiarlo.

Alla fine, possiamo dire che le aziende si governano esaltando le donne e gli uomini che vi lavorano, recuperando una logica di cooperazione e di rispetto. Occorre, senza retorica, ridare all’agire d’impresa una prospettiva di lunga durata, propria del vero manager, che investe sul futuro e sa guardare al mondo progettandolo per gli anni a venire”.