‘Le Cinque Leggi Bronzee dell’Era Digitale. E perché conviene trasgredirle’. Il risvolto di copertina. In libreria dal 10 settembre 2020


Goethe e Leopardi introducono a una originale lettura della cultura digitale. Una propaganda interessata parla ai cittadini di radicale rottura con il passato. Eppure, questa stagione, in cui si celebrano i fasti di macchine e delle loro estreme incarnazioni – le Intelligenze Artificiali –, non è che l’ultima manifestazione dell’Illuminismo. Il mito del Progresso si conclude nel progettare macchine destinate a prendere il posto di noi esseri umani.
Guru del nuovo tempo insistono nel ricordare ai cittadini la loro ignoranza, e quindi la loro incapacità di capire. L’innovazione è presentata come fatale manifestazione di Leggi di Natura, di fronte alle quali lo spazio per il libero arbitrio si riduce fino ad azzerarsi.
Le Cinque Leggi sintetizzano in modo chiaro e ed evidente questa interpretazione canonica della novità digitale. Serve conoscere le Cinque Leggi per poterle trasgredire.
Ricollocata la novità nella storia, smascherato il linguaggio tecnico, è possibile tornare ad una lettura politica. Le macchine digitali sono il nuovo strumento di governo. Il tecnocrate è la figura dominante. Il cittadino è ridotto ad utente di servizi digitali. L’illusoria convinzione di avere a disposizione una crescente potenza di calcolo porta a perdere il senso del limite e della misura.
La presenza di macchine digitali, così, finisce per essere un benvenuto monito: ci spinge a tornare ad apprezzare, per differenza, la nostra umanità.
Saggezza e consapevolezza ci indicano la strada che può condurci a usare le macchine per essere più pienamente sé stessi.

Il libro è in libreria e presso le librerie on line dal 10 settembre 2020.