‘Il difficile compito dei sindacati nell’era digitale: azioni, interventi e strumenti negoziali’, ‘Agenda Digitale’, 26 aprile 2022


Gli argomenti che espongo nell’articolo sono stati oggetto di pubblica discussione nel corso del Laboratorio online organizzato da Assoetica, martedì 3 maggio ore 18-20.

Qui l’articolo su Agenda Digitale.

Qui l’articolo scaricabile in formato pdf.

L’articolo comincia così:

“La Transizione Digitale rende più deboli, e spesso vani, i tradizionali strumenti in mano alle organizzazioni dei lavoratori. Questa è una buona notizia per molti manager e imprenditori e sostenitori a vario titolo di una radicale discontinuità. Si considera vantaggiosa la scomparsa dei sindacati. Ogni lavoratore, si sostiene, potrà cercare da solo la personale migliore collocazione sul mercato del lavoro, in base ad una semplice proposta: sempre più flessibilità, in cambio di una crescente produttività. Mentre sullo sfondo aleggia l’idea che il lavoro umano sia, nel modo di produzione digitale, sempre meno importante.

Per altri, ai quali appartengo, è una notizia cattiva. In ogni azienda, alla perdita di peso delle Relazioni Industriali, ed in genere delle Direzioni Risorse Umane corrisponde un peggioramento del clima e delle motivazioni dei lavoratori; le Direzioni Risorse Umane, nel loro lavoro di sviluppo e di presidio di una cultura del lavoro, si giovano della presenza di rappresentanze collettive dei lavoratori.

L’enfasi posta sulla flessibilità danneggia la stessa qualità del lavoro. La qualità del lavoro è una necessaria leva del successo dell’impresa anche in presenza di tecnologie avanzate. Ma il singolo lavoratore, da solo, non può né difendere né promuovere la qualità del proprio lavoro: anche per questo servono organizzazioni dei lavoratori.

C’è inoltre da tener conto di un trend: la crescente importanza, per ogni impresa, del rispetto di standard ESG: Enviromental, Social, Governance. Il mancato rispetto di parametri ESG è equiparato a falso in bilancio. si trova qui per le aziende il motivo di un salto di qualità rispetto alle generiche politiche di Corporate Social Responsibility. Dunque, quella stessa finanza che tanto pesantemente condiziona l’industria manifatturiera e dei servizi, premia le aziende in funzione delle politiche attente all’impatto sociale e ad una governance orientata a principi di equità.

In questa finestra di possibilità possono inserirsi le organizzazioni dei lavoratori, entrando sulla scena digitale – ed evitando così che su questa scena i lavoratori restino soli, affidati solo a se stessi”.

Di seguito mostro come la definizione via software, piattaforme, algoritmi dell’organizzazione del lavoro renda obsoleti i tradizionali strumenti sindacali: negoziazione, contratti. Ciò che è ormai  scritto in codice digitale non può essere negoziato.

Proseguo sostenendo che se i Sindacati vogliono affermare, nel contesto digitale, il ‘diritto al lavoro’, non potranno fare a meno di leggere criticamente l’innovazione tecnologica. E dovranno al contempo dotarsi di competenze tecnologiche.

Arrivo così ai due paragrafi finali:

Nuovi campi di intervento e nuovi strumenti di negoziazione

Se la Transizione Digitale ci porta su un nuovo terreno, dove ha luogo un attacco al lavoro umano, dove i diritti dei lavoratori sembrano essere via via meno garantiti, conviene alle organizzazioni sindacali prepararsi a muoversi su questo nuovo terreno.

Sul nuovo terreno di gioco riconfigurato dalla Trasformazione Digitale, in effetti, esistono nuovi campi di affermazione dei diritti dei lavoratori, ed appare in modo netto l’esigenza di adottare nuove modalità di azione. Il terreno è vasto. Indichiamo a mo’ di esempi alcuni ambiti.

Affermazione del lavoro umano

La cultura digitale mette in discussione il lavoro umano -sia per la via della sua sostituzione tramite macchine ed algoritmi, sia per la via dell’offerta di salari sociali e della celebrazione del ‘tempo libero’. Mai in epoche precedenti si era manifestata per le organizzazioni sindacali l’esigenza di una esplicita focalizzazione della propria attenzione sul lavoro umano.

Negoziazione e stesura dei contratti

Si rivelano inadeguati i contratti orientati a definire cornici e linee guida, rimandando la definizione di dettaglio a momenti successivi.

Converrà invece negoziare da subito tutto ciò che si ritiene importante, con l’intento di sottoscrivere accordi il più dettagliati possibile. Accordi intesi come descrizioni precise dei processi, come analisi destinata a guidare lo sviluppo del software. In modo che la descrizione digitale dei processi non possa evitare di tenere contro di quanto concordato.

A complemento, il sindacato potrà chiedere di partecipare alle fasi di test delle procedure informatiche e degli algoritmi destinati a governare punti critici dei processi, in modo da poter verificare, prima del suo rilascio, che le prestazioni del software siano coerenti con gli accordi sottoscritti.

Remunerazione per la produzione di dati

Si è visto che qualcuno sostiene politiche di webfare: remunerazione dei cittadini per il loro lavoro involontario di produzione dei dati sui quali si basa il business delle grandi società tecnologiche. Molto a maggior motivo va osservata con attenzione la costante produzione di dati da parte dei lavoratori impegnati nelle attività previste dal loro ruolo organizzativo.

E’ anche noto che, nei tempi digitali, alla tradizionale fonte di valore delle imprese -la produzione di beni e servizi- se ne è aggiunta una nuova, di importanza crescente: la produzione di dati. Avendo i lavoratori certamente partecipato a questa creazione di valore, appare dunque giusto che essi siano anche per questo remunerati.

Azione sindacale data driven

L’affermazione del contributo dei lavoratori alla produzione dei dati, può essere portata a motivo per richiedere che le organizzazioni dei lavoratori abbiano accesso ai dati stessi.

Disponendo dei dati, è possibile una sorveglianza attenta, profonda e dettagliata sulle politiche retributive, sulle dinamiche produttive, sul funzionamento dell’organizzazione.

I dati raccolti a livello aziendale possono essere aggregati a livello locale e su un piano federale e confederale.

E’ importante notare che non si tratta di analisi e di sintesi svolte a posteriori. Al contrario, si tratta

di usare i dati, costantemente aggiornati, nel durante, quotidianamente. Se il management è data driven -capace di rapidissimo, continuo riassetto di strategie, politiche e di messa in campo di nuove azioni- converrà rispondere con una analoga attitudine.

Replica critica delle procedure aziendali

A partire dalla conoscenza di regole, procedure, processi, e disponendo dei dati, sarà in ogni caso possibile riprodurre i programmi e gli algoritmi, in modo da verificarne la loro correttezza, e la loro corrispondenza con gli intenti dichiarati.

Sguardo culturale e competenze professionali

Nello svolgere il proprio compito, i sindacati dei lavoratori hanno interagito con diverse famiglie professionali: politici, giuristi, manager, imprenditori… Nella relazione e nel confronto con queste famiglie professionali i sindacalisti hanno costruito il proprio bagaglio di competenze.

Il quadro presente impone l’interazione con altre due famiglie professionali: operatori dei mercati finanziari e tecnologi informatici e digitali.

La comunità finanziaria appare oggi un interlocutore necessario, perché è essa che lesina e condiziona il sostegno all’economia manifatturiera e dei servizi, e perché, nello specifico, suo obiettivo è comprimere in basso il costo del lavoro umano. La comunità finanziaria, inoltre, è il primo committente al quale rispondono i tecnici digitali nel loro costruire piattaforme e strumenti destinati a dettare limiti al lavoro umano e a sostituire gli esseri umani nel lavoro.

Serve poi alle organizzazioni sindacali sopratutto una sempre più intensa interazione con la famiglia professionale dei tecnologi informatici e digitali. Sono loro a costruire gli strumenti e le piattaforme tramite i quali gli umani lavorano, sono loro a scrivere algoritmi, a costruire robot, sistemi automatici e forme varie di Intelligenza Artificiali. Ai sindacati dei lavoratori non conviene lasciarli soli.

Serve anzi inserire nelle organizzazioni sindacali di figure specialistiche portatrici di solide competenze informatiche e digitali. Serve una comprensione profonda di questa cultura, in modo da evitare di accettare passivamente i trend, cogliendo e sostenendo invece ciò che è coerente con gli scopi del sindacato. Scopi che l’etimologia della parola ben ci ricorda. Syn (‘con’) dike (‘giustizia’). Assistere con giustizia oggi i cittadini nell’esercizio del diritto al lavoro.