Competenze per generare innovazione in azienda. Conversazione sul blog del Sole 24 ore Le Aziende InVisibili.18 luglio 2022


L’innovazione acquista senso alla luce della tradizione: della voce dei maestri, dell’esperienza, della storia. Alla luce della nostra saggezza e della scintilla della coscienza.

Di fronte ad ogni innovazione che ci sembra impellente, e che ci viene chiesto a gran voce di abbracciare, dovremmo ricordare che l’essere umano ha sempre qualcos’altro da offrire, qualcosa che non sappiamo ancora cos’è, ma che ci darà nuovo spazio, ci offrirà una nuova possibilità, un nuovo modo di essere.

Qualsiasi innovazione cerchiamo e sperimentiamo, il leader dovrà innanzitutto saggiarla alla prova della propria consapevolezza: chiedersi cosa vuol dire per lui, cosa vuol dire per gli altri, chiedersi dove ci porta.

Di fronte a tanta insistenza nello spargere fiducia nell’innovazione, serve spargere cautela. La cautela ci spinge a tre atteggiamenti virtuosi.
Non dire “ormai è troppo tardi per fermarsi”, non dire: “ce ne occuperemo domani”.
Non allontanare da noi la responsabilità, dicendoci: “degli aspetti critici non spetta a me occuparmene”.
Non nascondere il male dietro al bene. Una nuova tecnologia qualcosa di buono porta sempre – ma dovremmo sempre tener presente il rovescio della medaglia: il male che quella specifica tecnologia porta con sé.

Questa è una sintesi del mio contributo ad una discussione con Mariacristina Gherpelli (GHEPI), Davide Ippolito, (Zwan e Reputation Rating), Ilenia Montanari (Tecomec), Angelo Rigillo (Enel), apparsa
sul blog del Sole 24 ore Le Aziende InVisibili, di Marco Minghetti, il 18 luglio 2022.
Le Aziende InVisibili racconta la trasformazione delle aziende tradizionali in social organization: un nuovo modo di fare impresa che consente alle persone di lavorare con molta più efficienza attraverso la costituzione di community collaborative online.

La discussione fa parte dei materiali raccolti da Paolo Bruttini nella sua ricerca Open Mood, dedicata a definire gli atteggiamenti dell’open manager.
Personalmente, come si vede da quello che dico nel confronto, non sono particolarmente interessato alle definizioni, oltretutto sempre dette in inglese: Open leadership, Open Mood, Innovation Purpose, Humanistic Management. Penso sopratutto a come sia difficile portare un pensiero per quanto possibile ricco e profondo dentro gli angusti ragionamenti a cui spesso i manager si trovano costretti da mode, consuetudini, carenza di tempo, pressione di interessata propaganda mossa da interessi che tolgono libertà.