Macchine per pensare: dalla cultura digitale alla open organization. Bologna, 20 luglio 2016


Il Festival della Complessità nasce nel 2010 per iniziativa dell’associazione Dedalo ’97 e dell’Associazione Italiana di Epistemologia e Metodologia Sistemiche (AIEMS).
Nel corso degli anni all’edizione romana si sono aggiunte diverse edizioni, in diversi luoghi d’Italia.
Nell’ambito dell’edizione bolognese, promossa da Format.bo Editori e da Forma del Tempo, il 20 Luglio 2016, ore 17:00-20:00, presso Kilowatt/Serre dei giardini Margherita, Via Castiglione 134/136, Bologna, ragionerò insieme a Simonetta Simoni e a Paolo Bruttini.

Tra i temi del mio libro Macchine per pensare, sta, in un luogo centrale, la riflessione attorno ai temi del potere, della leadership e dell’organizzazione.
Ripercorrendo la storia del Ventesimo Secolo, e al contempo la storia dell’informatica, possiamo osservare il manifestarsi dell’organizzazione come risposta al timore generato dalla massa. Masse di persone, così come masse di dati. Così come negli Anni Trenta del secolo scorso si scoprì di temere la massa di esseri umani, ci scopriamo oggi timorosi di fronte alla massa di dati.
Una risposta alla paura della massa sta nell’irrigidimento delle strutture e nel controllo. Un’altra, opposta risposta sta in forme di open leadership e di open organization. La storia ed il presente dell’informatica mostrano come esistano ‘macchine’ a supporto di entrambe le opzioni.
Ci sono macchine che costringono l’uomo ad essere massa, parte impotente di una macchina. Come nella situazione ritratta in questa fotografia: si tratta di esseri umani o di simulacri? Di uomini o di macchine? Non a caso parlo in Macchine per pensare dello Stato Nazista come caso esemplare.

Uomini o macchine

Ci sono all’opposto macchine che accompagnano l’uomo nella ricerca di libertà, nell’assunzione di responsabilità, e nella costruzione di reti sociali.