Sono stato invitato dall’Area Formazione Femminile di Anaao-Assomed a ragionare sul ruolo dei manager nel contesto dove il manager dovrebbe essere senza dubbi al servizio del bene comune e del servizio pubblico. Cercherò di dire come i vizi del management, nel settore pubblico e nel settore privato, siano in fondo gli stessi.
Agli scopi perseguiti da una qualsiasi azienda -produrre un bene o un servizio- sono troppo spesso sostituiti scopi speculativi. Il manager non è remunerato in funzione di come l’azienda guadagna perseguendo lo scopo sociale. E’ premiato per come soddisfa le aspettative di remunerazione immediata da parte di investitori di breve periodo.
Analogamente nel caso della Sanità il manager non è in realtà al servizio della la cura, del benessere fisico e mentale dei cittadini. Il manager è in realtà premiato in considerazione di come si pone al servizio di interessi politici e di lobby.
In entrambi i casi indicatori esterni si sostituiscono al rilevamento dell’efficacia e del miglioramento continuo dell’organizzazione.
Come cerco di mostrare nel libro Marchionne non è il migliore dei manager possibili, esiste un modo di intendere la professione del manager intesa come servizio e cura. Un modo che merita di essere coltivato e diffuso.