‘La formazione degli essere umani e l’apprendimento delle macchine’, intervento di Francesco Varanini nel ciclo di incontri #OpenAIF, evento online aperto, 19 gennaio 2024 ore 18


La piattaforma #OpenAIF è una iniziativa della Associazione Italiana Formatori, AIF, tesa a promuovere la collaborazione e l’apprendimento peer-to-peer tra professionisti, per dibattere temi, condividere sperimentazioni e best practice riguardanti la formazione sull’Intelligenza artificiale e all’IA per la formazione. Qui per iscriversi.

Grazie a Vivaldo Moscatelli per l’invito.

In questo quadro il 19 gennaio 2024, ore 18 parlerò sul tema: La formazione degli essere umani e l’apprendimento delle macchine

Di fronte all’avvento, anche nel campo della formazione, di macchine che sembrano promettere una propria ‘intelligenza’, una propria autonomia dall’agire umano, conviene porci una domanda: non stiamo forse cercando di toglierci di dosso la pesante responsabilità implicite nella formazione, scegliendo di affidarci a tecnologie la cui caratteristica distintiva consiste nell’operare in misura sempre maggiore al di fuori del nostro controllo e delle nostre scelte?

La saggezza e la dignità umane si manifestano nel dire: noi umani ci prendiamo cura di noi stessi. Quindi: se mai esistessero macchine dotate di una propria ‘intelligenza’, capaci di insegnare ed educare, dovremmo comunque continuare a dire: noi umani non affideremo la nostra formazione a queste macchine, e cercheremo invece sempre maestri umani.

Le ‘intelligenze artificiali’ discendono dalla congettura che ogni aspetto dell’apprendimento o di qualsiasi altra caratteristica dell’intelligenza umana possa essere descritta in modo così preciso da poter essere simulato da una macchina.

In ogni caso si tratta di una simulazione. Ma poi dobbiamo osservare che in realtà, le ‘intelligenze artificiali’ oggi più avanzate -le cosiddette intelligenze artificiali generative- apprendono in un modo loro proprio, che ha pochissimo a che fare con l’esperienza umana ed il formarsi della conoscenza di noi umani.

L’aspetto più pericoloso della situazione presente è che il modo di apprendere delle intelligenze artificiali generative finisce per essere proposto od anzi imposto a noi umani, come sostituto della formazione. Cos’è la formazione? Educazione’: portare fuori, partorire. Esperienza: provare, tentare, sperimentare. Conoscenza: passaggio da ‘ignarus’ a ‘gnarus’. Narrazione: condivisione di storie.

L’occasione è quindi buona per tornare a parlare del senso della formazione. Mantenuto vivo questo senso, potremo usare ogni nuova tecnologia per educare noi stessi ed ogni altra persona.

Di seguito una più disordinata traccia di argomenti che penso di trattare:

Possiamo partire da una constatazione. La formazione è per l’essere umano ‘cura’.
La cura è ansiosa preoccupazione, e conseguente agire responsabile. La cura si sé è il punto di origine, che si allarga a cura di altri esseri umani, della vita e della natura a cui apparteniamo.
Possiamo quindi proporre una analogia tra formazione e medicina. Medicina significa: ‘meditare per curare’.
Possiamo osservare come ‘meditare per curare’ è anche una buona definizione di quel particolare tipo di cura che chiamiamo ‘formazione’. Il senso si precisa alla luce di espressioni contigue:
‘educazione’: portare fuori, partorire; ‘esperienza’: ‘provare’, ‘tentare’, ‘sperimentare’; ‘conoscenza’: passaggio da ‘ignarus’ a ‘gnarus’, condivisione di ‘narrazioni’.
(Va sottolineata la differenza tra ‘conoscenza’ e ‘informazione’).
Riassume benissimo il significato della ‘formazione’ Goethe. La formazione è
‘Bildung’ e non ‘Gestalt’.

Sia per la medicina che per la formazione, esiste un aspetto chiave che tutti noi che siamo qui insieme, giustamente, diamo per scontato: siamo esseri umani. Stiamo parlando tra esseri umani.
La medicina come la formazione sono modi tramite i quali ci prendiamo cura di noi stessi.
La cura, la medicina la formazione esistono in quanto atteggiamenti dell’essere umano.
La ‘tecnica’ spiega il proprio senso attraverso la traduzione latina: ‘ars’.
La tecnica-ars ci offre modi di ‘stare insieme’ senza mettere in discussione il nostro essere umani.
Non c’è nessun bisogno di parlare di centralità dell’essere umano
semmai relazione tra esseri umani.
Non abbiamo bisogno di protezione, ma di formazione.
Sottigliezza, complessità: meditare, pensare, cogitare, considerare, contemplare, natura, cultura, venturo, futuro… Tutto questo è umano.

Turing ha proposto una via per eludere la cura e la conseguente responsabilità:
considerare noi stessi come macchine, preferire macchine a noi stessi, sognare di essere macchine.

L’errore -o l’equivoco, o l’inganno- risiede nell’attribuire o imporre a noi esseri umani lo sviluppo possibile per una macchina.

Fuorviato da approcci scientifici riduttivi Yann LeCun, e con lui gli alti guru  del Deep Learning, crede  davvero che -si tratti di esseri umani di macchine- tutto si riduca ad apprendimento. E crede che esistano tre, e solo tre forme di apprendimento: supervisionato, non supervisionato, rinforzato.
Si può anche ricordare che per questi tecnologi il vanto è portare la macchina ad apprendere in modo autosupervisionato.

Ognuno di noi umani sa per esperienza che non è così.

Salvaguardato il nostro essere umani, possiamo osservare come un certo tipo di macchine apprendono. (‘Apprendere’: ‘afferrare una preda’).

Le macchine che conosciamo sotto il nome di GPT, LLM, Transformer, Modelli Fondazionali, ‘intelligenze artificiali generative’, ‘apprendono’ in un modo del quali si è molto parlato in tempi recenti. Possiamo riassumere qui …

Possiamo osservare come queste macchine apprendono, fino magari a sfuggire al controllo umano.

In ogni caso tramite queste macchine viene proposto o imposto agli esseri umani un apprendimento che ha veramente ben poco a che fare con la formazione.