Formare e formarsi. Allenare le persone a coltivare i propri talenti. Ovvero: perché possiamo dirci formatori, 28 gennaio 2014


Persone & Conoscenze, la rivista che dirigo, e Sviluppo & Organizzazione, ha organizzato martedì 28 gennaio 2014 (ore 8.45, Hotel Michelangelo, Via Scarlatti, 33, Milano), un incontro nel cui titolo, in modo significativo, il ‘formare’ è avvicinato al ‘formarsi.
Nel mio intervento, parlo di come la formazione, ben prima che formazione degli altri, è formazione di se stessi, autoformazione. E quindi la credibilità, l’utilità del lavoro di un formatore si radica sul suo personale percorso di formazione.
Ognuno di noi ha percorso, e sta percorrendo, una via – può quindi narrare di questo cammino. La consapevolezza della propria via, del proprio percorso, è il fondamento dell’autorevolezza di chi si trova a sostenere gli altri nella propria formazione.
Sono temi che ho trattato anche nel libro Le vie della formazione.
Il titolo del mio intervento –Perché possiamo dirci formatori- rimanda anche a questi versi. Perché a ben guardare la formazione, sopratutto se intesa innanzitutto come autoformazione, ha molto a che fare con la poesia.