La formazione come passaggio dalla malinconia alla beatitudine. Ovvero: una sintesi preziosa offerta dal poeta Umberto Saba. Intervento di Francesco Varanini a ‘Formare e formarsi’, convegno virtuale, 10 dicembre 2020


L’edizione 2020 di Formare e Formarsi, l’ormai tradizionale convegno legato alla rivista Persone & Conoscenze, si apre quest’anno con un mio intervento dal titolo La formazione come passaggio dalla malinconia alla beatitudine.

Qui il programma e le modalità di iscrizione.

Di seguito la traccia dell’argomento che intendo sviluppare.

Che cosa è la formazione? E’ il passaggio dalla malinconia alla beatitudine.
Malinconia: greco μελαγχολία, μέλας, ‘nero’ χολή, ‘bile’. Non a caso si dice: ‘essere di umor nero’, ‘essere di malumore’. E’ l’energia ristagnante dentro il corpo. E’ lo stato d’animo segnato da tristezza, insoddisfatta inquietudine, senso di impotenza.
Molti motivi ci spingono a chiuderci nella malinconia. Ma l’uomo adulto coltiva progetti, tiene viva la speranza di una trasformazione. Ci si accorge ad un certo punto di essere capaci di destinare le energie verso uno scopo degno.
Questa è la beatitudine di cui parla il Vangelo, Matteo (5, 3): la capacità di non subire il destino, di non non subire se stessi, andando così incontro alla propria trascendenza. Trascendenza: superamento dei propri limiti, miglioramento continuo. Il latino evangelico beatitudo traduce il greco: μακαρία. Il modo più semplice ed efficace per rendere in italiano il concetto sta nella parola felicità.
La formazione -sia essa autoformazione, o formazione frutto di accompagnamento di un maestro, di una guida- è il processo tramite il quale la persona transita dalla passività all’azione, dalla rassegnazione all’impegno, dalla dipendenza all’essere sé stesso, dalla solitudine alla relazione.
Tutto questo può apparire gratuitamente complesso, lontano dalla semplicità della vita. Ci soccorre Umberto Saba, maestro della poesia italiana del Ventesimo Secolo. Maestro di trasparenza, di concisione, di purezza.

L’umana vita è oscura e dolorosa
e non è ferma in lei nessuna cosa. (…)
Sono partito da Malinconia
e giunto a Beatitudine per via.1

La giovinezza cupida di pesi
porge spontanea al carico le spalle.
Non regge. Piange di malinconia. (…)
Assumeremo un giorno la bontà
del suo volto, vedremo alcuno sciogliere
come un fumo il suo inutile dolore.2

1Umberto Saba, “Finale”, Preludio e Canzonette (1921-1922), sta in Canzoniere, Einaudi, 1945.

2Umberto Saba, “Felicità”, Parole (1933-1934), sta in Canzoniere, Einaudi, 1945.