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La sostenibilità digitale: un concetto ambiguo. La deriva verso i parametri ESG e la responsabilità nei confronti delle future generazioni. Articolo uscito il 23 febbraio 2022 su ‘Agenda Digitale’


Qui l’articolo  su Agenda Digitale .
Qui l’articolo in formato pdf.

Si fa largo una concezione di sostenibilità legata ai parametri finanziari ESG e, più che alla Digital Trasformation, alla Disruption. L’altra sostenibilità è invece basata sulla responsabilità e sulla garanzia di mantenere e allargare spazi di libertà per le future generazioni.

Di seguito trovate una sintesi degli argomenti trattati, che parte dalla crescente affermazione dei parametri ESG e conduce alla conclusione dove descrivo per punti, spero abbastanza chiari, una seria ed impegnativa sostenibilità digitale.

La prima cosa che colpisce è il costante, prevalente riferimento alla sostenibilità ambientale. Solo in questo consiste la sostenibilità? No di certo. Ricordiamo l’originaria definizione di sostenibilità, contenuta in un documento dell’ONU del 1987: “E’ sostenibile lo “sviluppo che soddisfa i bisogni della generazione attuale senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”.

Si affaccia il dubbio che non esista nessuna volontà di mettere in discussione l’innovazione tecnologica così come gli specialisti hanno autonomamente scelto di indirizzarla e governarla. Né sembra esistere una volontà politica a mutare modelli di sviluppo. Ci si limita ad aggiungere l’aggettivo sostenibile, il cui significato resta vago.

Accade poi che la sostenibilità sia misurata tramite indicatori, inevitabilmente arbitrari. Sono arbitrari gli Sustainable Development Goals, SDGs, indicati dall’ONU nel 2015. E ancora più arbitrari sono gli indicatori Environmental, Social, and Corporate Governance, ESG, che ogni azienda del pianeta è chiamata a seguire. Dietro gli indicatori ESG si nasconde purtroppo la pressione che le istituzioni finanziarie esercitano su investimenti e strategie di ogni azienda.

E siccome si dà per scontato che ogni azienda abbia in corso un processo di Digital Transformation, ecco “The opportunity: bridging digital and environmental goals”. La pressione esercitata su ogni azienda tramite gli indicatori ESG è una faccia della medaglia. L’altra faccia della medaglia è l’imposizione di quell’adeguamento a standard universali che passa sotto il nome di Digital Transformation.

Si perde così di vista l’originario senso della sostenibilità: un impegno di ogni cittadino del pianeta, e quindi di ogni azienda, nei confronti delle generazioni future.

Solo tornando a questo fondamentale e necessario obbligo morale si può  cogliere il senso della sostenibilità digitale. Aspetto chiave del nostro impegno verso le generazioni future è infatti il lasciare loro libertà. Libertà anche rispetto all’invasione del digitale nelle nostre vite.

Propongo dunque in conclusione che si intenda la sostenibilità digitale nel seguente modo.

  • Un primo modo di guardare ad una vera sostenibilità digitale, è applicare all’industria digitale gli stessi criteri applicati alle altre industrie. Non danneggiare l’ambiente attraverso l’eccessivo consumo di energia e attraverso l’uso di materie prime non rinnovabili: è un obiettivo universalmente accettato, ma che stranamente ci si impegna ad applicare ad ogni altro settore più che al settore digitale.
  • Non considerare la connessione per via digitale come condizione inevitabile. Si sostiene che già oggi, ormai inevitabilmente, senza rimedio e senza possibilità di alternativa, viviamo nell’onlife, in un’infosfera, eternamente connessi. Dovremmo invece garantire a noi stessi ed ai nostri posteri il diritto alla disconnessione.
  • Non imporre mondi già costruiti. Mentre il mondo fisico è co-costruito dagli esseri umani che vi vivono, i mondi digitali sono offerti, o imposti, come già totalmente costruiti. Mondi alla cui progettazione non abbiamo minimamente partecipato ci vengono imposti come luoghi da abitare. Garantiamo ad ogni essere umano la possibilità di costruire e di modificare l’ambiente nel quale si trova a vivere.
  • Lasciare la possibilità di scegliere quali servizi digitali usare e quali non usare. La vita sembra ridursi all’uso di servizi offerti per via digitale. Ma il punto più grave è che i servizi non sono solo offerti, ma imposti, per via di consigli di ‘intelligenze artificiali’, per via di notifiche sottilmente invitanti, per via di contratti e anche di norme di legge. Lasciamo la libertà di formulare di volta in volta scelte consapevoli.
  • Non obbligare a compiere azioni predeterminate. La libertà è spazio per sperimentare, tentare, sbagliare. Anche il violare le leggi rientra tra le libertà di cui l’essere umano dispone. Evitiamo che macchine digitali -magari con la giustificazione del ‘nostro bene’, o dell’abbassamento della soglia del rischio- impongano limitazioni al nostro spazio d’azione.
  • Non considerare l’essere umano attraverso il suo ‘digital twin’. Tramite sensori e sistemi di rilevazione di vario tipo si raccolgono dati su ogni essere umano e poi gli si dice: tu sei chi appare attraverso questi dati; tu sei il tuo gemello digitale. Eppure l’essere umano è sempre qualcosa di più, di differente, da ciò che i dati più completi e precisi possano attestare. Lasciamogli questa libertà.
  • Non imporre la rinuncia al corpo. L’essere umano non si riduce alla sua mente. La mente è incarnata, inconcepibile senza corpo. Abbiamo il diritto di non veder reso inutile il nostro corpo da protesi e strumenti digitali.
  • Non imporre la rinuncia al lavoro. Il ‘lavoro umano’ non può essere ridotto a fatica e pena dalle quali conviene liberarsi. Il lavoro umano è sempre anche costruzione di sé stessi e del mondo. Guardando al ‘lavoro umano’ nella sua pienezza, gli aspetti materiali e immateriali sono inscindibili. Così come è inscindibile il pensare dall’agire.  Dovremo evitare l’automazione e la robotica che tolgono senso e spazio al lavoro umano.
  • Non provocare deskilling. La presenza di costrutti digitali autonomi imposti all’essere umano lo dequalificano, l’impoveriscono e l’impigriscono. Condizionando lo stesso futuro evolutivo della specie. Anche in presenza di macchine in grado di garantire di sostituire l’essere umano garantendo magari performance più alte, garantiamo alle generazioni umane future la possibilità di conoscere, di apprendere, di migliorare sé stessi.
  • Infine: garantiamo ai nostri posteri la possibilità di vivere senza strumenti digitali. La libertà, se lo vorranno, di non essere digitali.

Pubblicato in: Le cinque Leggi Bronzee dell'Era Digitale. E perché conviene trasgredirle, Libri, Ricerca, docenza universitaria, attività culturali, Una vita

Tag Agenda Digitale, Assoetica, cultura digitale, Digital Disruption, Digital Transformation, Environmental, Environmental Social and Corporate Governance, ESG, etica, infosfera, Le Cinque Leggi Bronzee dell'Era Digitale, onlife, SDG, sostenibilità, Sustainable Development Goals


« ‘Sguardi umani sull’Intelligenza Artificiale’. Conferenza nell’ambito del ciclo: ‘Intelligenza Artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide’, a cura della Libera Università Crostolo e dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Lunedì 7 marzo 2022, alle ore 17.30 nell’Aula 2, Viale Allegri 9, Reggio Emilia
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Un percorso possibile 

  • Tecnologie disruptive e rischi connessi. L’intervista a Francesco Varanini. ‘Formiche’, 22 marzo 2021
  • ‘Human being in the digital world: lessons from the past for future CIOs’: capitolo di apertura nel libro ‘CIOs and the Digital Transformation’, Springer, 2017
  • Seminario sulla Sostenibilità. Condotto da Francesco Varanini, organizzato da ‘Sviluppo & Organizzazione’, Este Edizioni. 18 ottobre 2019, ore 16.30-19, Milano
  • Sostenibilità: un percorso di avvicinamento al tema
  • La Sostenibilità è Trasparenza Volontaria. Intervento nel quadro di ‘Sostenibilità. Il domani del mondo e delle aziende’. 10 novembre 2020, ore 9.30-13
  • Sviluppo sostenibile, Responsabilità sociale d’Impresa, Etica. Incontro organizzato da Professioni Più con il supporto di Assoetica. Lunedì 14 ottobre 2019, Scuola dei Mestieri, via Privata Benadir 5, Milano ore 14.30-18.
  • ‘Le Cinque Leggi Bronzee dell’Era Digitale. E perché conviene trasgredirle’. Libro di Francesco Varanini edito da Guerini e Associati, 2020

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