Il Project Management come sistema complesso


Qualunque progetto, indipendentemente dall’ambito di riferimento o dal risultato atteso, implica sempre la “creazione di qualcosa che non c’è ancora”, una sorta di “scommessa sul futuro”. Ciò che oggi appare chiaro ai più, è che tale scommessa riguarda un futuro caratterizzato da crescente complessità ed incertezza, un futuro che Edgar Morin ha tratteggiato con questa frase ispiratrice: “dobbiamo imparare a navigare in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze”.
Si tratta perciò di “integrare i saperi”. Dando valore all’apporto inestimabile degli studi umanistici, filosofia e storia, ma anche letteratura, poesia.
Su queste basi, ho condotto per il PMI Nic, Project Management Institute, Northern Italy Chapter, tra il 2008 ed il 2009, un lavoro di ricerca e di studio.
Il Progetto è poi proseguito con Convegni annuali fino al 2014.
Il lavoro ha visto coinvolti un gruppo di Project Manager, e testimoni ed esperti: Gianluca Bocchi, Alberto De Toni, Giuseppe O. Longo, il generale Fernando Giancotti.
Ne sono emersi Convegni, ed un libro: Il Project Management emergente. Il progetto come sistema complesso, edito da Guerini nel 2009, e tradotto in inglese nel 2012 da CRC Press (Taylor & Francis Group), con il titolo Projects and Complexity.

Il libro si apre con un mio vasto capitolo, dal titolo: La complessa vita del progetto. Uno sguardo umanistico (Complexity in Projects: a Humanistic View). Qui, attraverso l’uso di metafore e narrazioni, propongo a chi si occupa professionalmente di progetti un percorso teso a cogliere il senso profondo della propria attività e del proprio ruolo. Il progetto cresce come sistema vivente. Non consiste nella descrizione a priori che può esserne data. Solo osservando come si evolve nel tempo il progetto possiamo interrogarci sul perché raggiunge il buon fine o fallisce. Due storie, per, racchiudono il senso del progetto. La storia della Torre di Babele, così come è narrata da Dante, e la storia della Torre di Pisa.