Alta sostenibilità digitale. Un intervento di Francesco Varanini a Radio Radicale, 29 gennaio 2024


ASviS, Associazione Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha uno spazio settimanale nella programmazione di Radio Radicale.

Ho partecipato alla puntata di Alta Sostenibilità andata in onda alle 13 e  30 il 29 gennaio 2024.

Alta Sostenibilità – Intelligenza artificiale, tra proposte di regolamentazione e l’educazione civica alle nuove tecnologie

Conducono: Valeria Manieri (Radio Radicale) e Ruggero Po (giornalista, ASviS).
Con: Walter Quattrociocchi, Professore ordinario di Informatica presso la Sapienza Università di Roma e direttore del Center for Data Science and Complexity for Society, Emanuela Girardi: Founder e Presidente di Pop AI, Francesco Varanini, Presidente di Assoetica e Luca Cannata, deputato di Fratelli d’Italia, promotore e primo firmatario PdL su IA alla Camera dei Deputati.
Puntata di “Alta Sostenibilità – Intelligenza artificiale, tra proposte di regolamentazione e l’educazione civica alle nuove tecnologie” di
 lunedì 29 gennaio 2024 condotta da Valeria Manieri con gli interventi di Giovanni Luca Cannata (deputato, Fratelli d’Italia), Francesco Varanini (presidente di Assoetica), Emanuela Girardi (founder e presidente di Popular Artificial Intelligence), Ruggero Po (giornalista, componente dell’Asvis), Walter Quattrociocchi (professore ordinario di Informatica alla Sapienza Università di Roma).

Non ho avuto molto tempo per esprimere il mio punto  di vista, ma spero di essere stato incisivo. L’obbligo della brevità ha le sue virtù. Spinge ad essere sinteticci.

Tra le cose che ho cercato di dire:

I tentativi di regolamentazione delle intelligenze artificiali sono solo la punta dell’iceberg. Bisogna pensare con senso di responsabilità alla sostenibilità di tutto ciò che chiamiamo ‘digitale’. Dobbiamo uscire dal paradosso per cui le tecnologie digitali, in virtù del fatto che sono considerate mezzo per perseguire obiettivi di sostenibilità, sono esentate da vincoli di sostenibilità. Ma se inquinano i motori endotermici, inquinano i data center necessari al funzionamento di ogni piattaforma cloud e di ogni forma di ‘intelligenza artificiale’. L’industria digitale consuma materie prime rare. E direi soprattutto che il digitale inquina le nostre vite: si possono ricordare i danni sociali prodotti dai social network e l’impoverimento cognitivo cui ci costringe l’uso di strumenti di ‘intelligenza artificiale’. Se dunque poniamo vincoli di sostenibilità ad ogni industria, non dovremmo mancare ddi imporre vincoli all’industria digitale.

Sono gli argomenti che ho trattato nell’articolo La libertà di non essere digitali, apparso su Futura Network, rivista dell’ASviS, 7 novembre 2023.