MIT Sloan Management Review Italia Conference: La scintilla della coscienza nell’Era Digitale. 21 giugno 2023, ore 9-17, Palazzo delle Stelline, Milano. Mio intervento: Il mondo visto dal buco della serratura


Uno dei motivi per cui ho scelto, per la prima Conference della MIT Sloan Management Review Italia, di cui sono progettista e Chairman, il titolo La scintilla della coscienza nell’Era Digitale è questo: Agency è l’ambigua parola che i filosofi digitali sostituiscono a libertà. Infatti nessuno osa tradurre agency con libertà, o neanche con potere, capacità. Si preferisce lasciare la parola in inglese, o avventurarsi nel neologismo agentività. L’espressione vuole affermare l’esistenza di un terreno sul quale appaiono -simili, fungibili, sostituibili l’un l’altro- l’umano e la macchina.

Accade cosí che le metriche buone per le macchine siano imposte a noi umani. La millenaria storia dell’umana ricerca dell’essere, del sé, dello spazio di autonomia, della responsabilità personale, è così comodamente elusa, o anzi rimossa.
Voglio invece sostenere che la coscienza è una caratteristica distintiva dell’essere umano.

Per partecipare, ci si iscrive qui. Nello stesso luogo si trova anche il programma della giornata.

9.35 BENVENUTO E INTRODUZIONE DEI LAVORI DELLA GIORNATA
A cura di Chiara Lupi, direttrice editoriale – ESTE e Francesco Varanini, direttore – MIT SLOAN MANAGEMENT REVIEW ITALIA

9.50 Le sfide dell’industria manifatturiera
Marco Taisch
, presidente – MADE COMPETENCE CENTER e professore ordinario di advanced & sustainable manufacturing – POLITECNICO DI MILANO – School of Management Manufacturing Group

10.15 Cambiamento e trasformazione digitale – moda o necessità?
Benché i budget dedicati alla Digital Transformation siano in costante crescita, molte aziende non riescono a massimizzare i loro investimenti in ambito tecnologico perchè faticano ad integrare la tecnologia con la cultura organizzativa e l’esperienza umana. Chi ha successo riesce, invece, a coltivare una forma di intelligenza che non è più semplicemente sintetica o artificiale, ma aumentata: un’intelligenza collettiva che nasce dalla piena possibilità di integrare il potenziale delle macchine con quello umano per definire nuovi percorsi di cambiamento a livello individuale, organizzativo, e sociale.
Luca Argenton, ceo – DIGITAL ATTITUDEMETHODOS GROUP

10.40 Rivoluzionare la Vita Quotidiana con l’Intelligenza Artificiale
L’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando la nostra vita quotidiana, offrendo miglioramenti significativi e trasformando diversi aspetti della nostra routine. Questo discorso si concentra proprio su come l’IA sta cambiando la nostra vita di tutti i giorni, evidenziando i progressi che migliorano i risultati personali, ottimizzano le attività e semplificano i processi che affrontiamo quotidianamente.
Eugenio Zuccarelli, data Science and AI Leader for Fortune 500, Forbes Under 30 MIT, Harvard, Imperial College

11.05 PAUSA CAFFÈ

11.40 Pensarsi digitalmente diversi: organizzazioni aumentate vs organizzazioni proiettate
La sfida dell’evoluzione delle organizzazioni è fare in modo che diventino abilitatori di «esperienze aumentate» di innovazione. Il nuovo combinarsi di informazioni, decisioni indirizzate da algoritmi, nuove forme di socialità si confronta con la diversità dei modelli mentali, sociali e culturali che rischia di essere “anestetizzata” se la progettazione del lavoro viene guidata solo dalla tecnologia.
Barbara Quacquarelli, professoressa associata di Organizzazione Aziendale – UNIVERSITÁ DI MILANO BICOCCA

12.05 Intervento a cura di Francesca Maria Montemagno, founder & ceo – SMARTIVE

12.30 AI tra λόγος e ἔργον: una provocazione di senso planetaria
In quest’epoca non saranno sufficienti educazione digitale, consapevolezza raziocinante, guida etica e regolazione giuridica della tecnologia. Avremo bisogno anche e soprattutto di innovazione culturale: chi conosce il mondo? cos’è un’immagine? a chi il diritto di parola e di scrittura? cos’è un autore? come lavora un agente? che fiducia e legge istanzieremo? dove si produce il senso? Per rispondere a queste e a molte altre domande, occorrerà incoraggiare fortemente l’innovazione culturale. Di questa abbiamo un urgente bisogno. Per poter abitare, significare e prosperare in queste arrischiate, nuove uncanny valley.
Cosimo Accoto, research affiliate & fellow – MIT, adjunct professor – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA, startup advisor & instructor

13.00 PAUSA PRANZO

14.00 Intervento a cura di Federico Faggin, fisico, inventore e imprenditore italiano

14.45 Il mondo visto dal buco della serratura
Se avessimo seguito la via di Spinoza, anziché quella di Cartesio e Leibniz, avremmo altre macchine. Se Turing avesse accettato di riflettere sul proprio pensiero, come lo invitava a fare Wittgenstein, avremmo altre macchine. Sono innumerevoli gli esempi che mostrano come la cultura digitale sia il frutto di un pensiero tecnico-scientifico rispettabilissimo, ma limitante e escludente.
Non credo di essere il solo a far fatica a tornare ad allargare lo sguardo, dopo aver abbassato gli occhi, come è giusto fare, sugli articoli che descrivono la Self-Attention dei Transformer -il cuore della tecnologia GPT- o che parlano con malcelato entusiasmo di come forse si intravedano nelle macchine del tipo GPT “Sparks of Artificial General Intelligence”. Meglio evocare una diversa, umanissima scintilla, la scintilla conscientiae. San Girolamo, 400 anni dopo Cristo, facendo appello a quella filosofia perenne che ha sempre accompagnato l’essere umano, ci dice che oltre la ragione, il coraggio, la passione, oltre qualsiasi skill, competenza o libertá o aspettativa di ruolo, c’è qualcosa che contraddistingue e guida ogni essere umano: la scintilla della coscienza.
Francesco Varanini, direttore – MIT SLOAN MANAGEMENT REVIEW ITALIA

15.10 Dipendenza, contrasto e ‘giusta distanza’: quale ruolo per la nuova Intelligenza Artificiale nel processo decisionale e nel giudizio professionale?
Se le macchine possono fornire soluzioni ideali e convincerci che sono le migliori, avremo ancora la volontà di impegnarci per realizzarle, se non le abbiamo concepite noi stessi? Non risponderò ad una domanda così ambiziosa, ma affronterò il problema del ‘decisional deskilling’, o forse dovremmo chiamarlo ‘skill degradation’, dovuto a fenomeni collegati come ‘automation bias’ e ‘over-reliance’. Da ingegnere interazionista, non mi sottrarrò al dovere di proporre alcune soluzioni, che potrebbero però riguardare più la struttura del problema dal punto di vista organizzativo, piuttosto che i rimedi tecnologici, che pure sono possibili. E’ il segno dei tempi in cui viviamo, un’era che sarà segnata dall’interazione tra intelligenze umane e artificiali e dai risultati che ne deriveranno.
Federico Cabitza, professore associato di interazione uomo-macchina e Interazione uomo-dato – UNIVERSITA’ DI MILANO-BICOCCA

15.35 Organizzazioni a prova di futuro, a partire dalle persone
Roberta Palazzetti, direttore Area Sud Europa, presidente e amministratore delegato – BRITISH AMERICAN TOBACCO ITALIA

16.00 Il chi e il come del fare innovazione
Il contesto tecnologico negli ultimi decenni ha impattato le dinamiche dell’innovazione e della corporate innovation. Oggi con il concretizzarsi dell’Intelligenza Artificiale Generativa dobbiamo disegnare le nuove metodologie del chi fa innovazione, con quali strumenti in attesa di sperimentare e di scoprire le nuove opportunità tecnologiche
Ivan Ortenzi, chief innovation evangelist – BUSINESS INTEGRATION PARTNERS

16.20 Intervento a cura di Giovanni Mingrino, development&total rewarding manager – FASTWEB

16.45 DIBATTITO CON IL PUBBLICO E CHIUSURA DEI LAVORI

Trascrivo qui di seguito l’abstract del mio intervento, che porta il titolo Il mondo visto dal buco della serratura. Considero del tutto coerenti con il mio, e di grandissimo valore, gli interventi di Federico Faggin e di Federico Cabitza, che precedono e seguono il mio. Quindi invito gli amici che danno valore al mio punto di vista, e non hanno tempo per dedicare tutta la giornata all’incontro, a partecipare alla sessione pomeridiana.

Il mondo visto dal buco della serratura
Se avessimo seguito la via di Spinoza, anziché quella di Cartesio e Leibniz, avremmo altre macchine. Se Turing avesse accettato di riflettere criticamente sul proprio pensiero, come lo invitava a fare il suo maestro Wittgenstein, avremmo altre macchine.
Dobbiamo apprezzare le macchine che abbiamo – ma dobbiamo anche ricordare che sono solo un esempio delle macchine che potremmo aver costruito, ieri o oggi, o che potremmo costruire in futuro.
Sono innumerevoli gli esempi che mostrano come la cultura digitale nella quale viviamo immersi sia il frutto di un pensiero tecnico-scientifico rispettabilissimo, ma escludente. Ci sono innumerevoli cose in cielo e in terra che con questi occhiali non possiamo vedere.
La complessità del pensiero umano è evidente, se solo guardiamo ai diversi verbi latini che ne parlano. Ma la Computer Science prende per buono un unico modo del pensare umano, e -cosa più grave- impone questo unico modo agli umani, come nuovo modello del pensare.
Purtroppo, la letteratura alla quale fa riferimento chi oggi immagina e costruisce macchine, risale, se va bene, agli Anni Trenta del secolo scorso, quando Turing scrisse il suo primo articolo. Anzi, sembra quasi che siano citabili negli articoli solo altri articoli, usciti, se andiamo lontani, cinque o dieci anni fa. Abbiamo perso il senso della storia. Viviamo intrappolati nell’ultimo miglio.
Non credo di essere il solo a far fatica a tornare ad allargare lo sguardo, dopo aver abbassato gli occhi, come è giusto fare, sugli articoli che descrivono la Self-Attention dei Transformer -il cuore della tecnologia GPT- o che parlano con malcelato entusiasmo di come forse si intravedano nelle macchine del tipo GPT “Sparks of Artificial General Intelligence”.
Meglio evocare una diversa, umanissima scintilla, la scintilla conscientiae. A mitigare l’orgia di parole nuove, una perla di saggezza.
San Girolamo, 400 anni dopo Cristo, facendo appello a quella filosofia perenne che ha sempre accompagnato l’essere umano, ci dice che oltre la ragione, oltre il coraggio, oltre la passione, oltre qualsiasi skill, competenza o libertà o aspettativa di ruolo, c’è qualcosa che contraddistingue e guida ogni essere umano: la scintilla della coscienza.

A evento svolto, il 22 giugno trascrivo di seguito, anche come ausilio alla mia stessa memoria – in modo di poter ricordare questi passi e questo filo discorsivo, la traccia che ho seguito nel mio intervento. Non importa se chi mi legge coglie solo in parte il senso: ciò che mi piacerebbe di più è stimolare anche attraverso qualche oscurità il loro personale pensiero. Per quanto mi riguarda, mi pare una bella cosa che quanto ho cercato di dire resti affidato alla pura, volatile oralità. Non uso slide e nel parlare finisco per non guardare la traccia appuntata su un pezzo di carta.
1.
Cosa vuol dire intelligenza: Scegliere tra le frasche raccolte 
Saltare di palo in frasc
Ugo da San Vittore: Coartata scientia iocunda non est
Lezama: Sólo lo difícil es estimulante
Difficile guardare vicino, letteratura digitale, e tornare a guardare lontano
Se avessimo seguito la via di Spinoza e non di Cartesio
Se Turing avesse seguito Wittgenstein…

2.
Filosofare
Vari tipi di filosofi
Wittgenstein: non mi ci raccapezzo
Heidegger: si impara; ad usare il martello nel martellare; gettati a vivere in una terra sconosciuta; vivere è sentire su di sé il peso di una ansiosa preoccupazione; Il progettare è sempre connesso al progettare sé stessi, alla personale ricerca di consapevolezza, alla personale   saggezza.
Invece filosofia come:
Riduzione: ultimo miglio: non c’è attenzione alla storia, alla filosofia perenne, primato della scienza come alibi per non pensare
Terzietà: il filosofo rinuncia al proprio sguardo umano per descrivere un terreno sul quale due agenti, macchine e uomini, pari sono. 

3.
Terza Legge: preferire la macchina a sé stessi
Cercare sé stessi nella macchina
Turing
Un filosofo dice: non può essere così perché quando ero all’università non mi hanno insegnato questo
Prompt: nonostante l’enfasi di questi giorni, è solo un’interfaccia. L’interfaccia dovrebbe essere minima lasciando le chiavi della ricerca in mano alla persona. Invece viene imposta la massima interfaccia vincolante. Mia esperienza con documentisti che imparano ad usare operatori booleani: ad ogni query rispondono con un algoritmo creato ad hoc.
Peirce, abudizione: la cultura STEM lo ignora

4.
Sparks of General Intelligence nella Chat GPT: articoli nel parlano 
Ma allora meglio parlare di Scintilla della coscienza
San Girolamo: ragione, passione, coraggio…  tutto può essere imitato e forse sostituito, ma l’essere umano sa andare oltre, la scintilla della coscienza guida nello scoprirsi capace…

5.
Tre atteggiamenti di cautela:
-Non rinviare
Si può dire: fidati dalle macchine siamo spinti a migliorare. Ma arriva il momento politico in cui l’essere umano agisce politicamente. Si può anche dire: il nemico che invade il mio territorio mi impone una risposta, quindi mi migliora. Ma c’è il momento in cui si deve iniziare a combattere il nemico. Troppo comodo rinviare.
-Non dire se ne occuperà qualcun altro
-Non nascondere il male dietro al bene