Embeddedness. Le radici dell’economia. Incontro online di presentazione del numero marzo-aprile della ‘MIT Sloan Management Review Italia’. Linkedin Live, lunedì 27 marzo 2023 ore 12-12.45


Qui il link per partecipare.

Embeddedness: usate questa parola come un grimaldello. Per scardinare i luoghi comuni del pensiero economico e manageriale più diffuso, per concepire diverse chiavi di lettura, più attente al vissuto di chi vive quotidianamente immerso nei reali problemi del mondo del lavoro.

Possiamo tradurre embeddedness con radicamento. Nel saggio La Grande Trasformazione (1944) Karl Polanyi esprimeva una posizione critica rispetto al  pensiero economico allora dominante. Semplificando molto, si può dire che Polanyi rovescia una priorità che anche noi oggi tendiamo a dare per scontata: l’economia ci appare disciplina, universale, retta da leggi indiscutibili, ‘pure’, universali’, applicabili in ogni dove. Polanyi ci invita invece a considerare come che l’economia acquisti invece senso solo se se ne coglie il suo radicamento –embeddedness– in una cultura, in un quadro istituzionale.

Le severe critiche di cui è oggetto ancora oggi Polanyi sono di doppia natura. Da un lato sono tese a difendere gli assetti economici dominanti: l’idea di un libero mercato capace di autoregolarsi, l’utilitarismo, il neoliberismo, la globalizzazione. Dall’altro sono in fondo tese a difendere l’autorità accademica. Polanyi era un outsider, cercava altre fonti, non si conformava al pensiero mainstream.

La pretesa di certi accademici di spiegare di preciso cosa si debba intendere per embeddedness, e più in generale la pretesa di screditare il concetto, appaiono dunque ingiustificate. Polanyi, possiamo dire oggi, si sbagliava su molti aspetti. Come si sbaglia ogni studioso. Ma la sua complessiva lezione ancora ci illumina. Possiamo intendere l’embeddedness come esercizio di spirito critico. Sta a noi seguire il suo cammino scoprendo letture critiche del pensiero economico e manageriale oggi dominante. L’embeddedness, appunto, non è da intendere come una teoria in sé, ma piuttosto come un grimaldello per scardinare quel pensiero chiuso su sé stesso dal quale i manager e gli imprenditori più avveduti cercano di tenersi lontani.

Questo è l’approccio con il quale copro il ruolo di direttore della MIT Sloan Management Review Italia. Questo è in particolare il tema-guida del secondo numero dell’anno 2023. Ragioneremo di tutto ciò nell’incontro online che d’ora in poi accompagnerà l’uscita di ogni numero della rivista. Saranno con me, Enzo Rullani, studioso sempre attento alle ragioni della cultura e del territorio, intervistato da Chiara Lupi nell’articolo che apre il numero, e Michele De Rose, sindacalista, che offre il suo punto di vista critico e costruttivo sui modi del radicamento di Amazon in Italia.

Lo stesso sguardo critico si ritrova in tutti gli articoli compresi nel numero. In particolare negli articoli scritti appositamente per l’edizione italiana. Beatrice Manzoni, Federico Magni, Leonardo Caporarello, Gage Tang mostrano come in differenti contesti geopolitici il confine tra vita privata e vita di lavoro viene inteso in modo differente. Luca Magni parla del manager alle prese con culture diverse: basta ricordare che le differenti lingue portano con sé diverse visioni del mondo.