Intervista clinica ad Alan Turing. Dal Simbionte al Cybork. Due incontri nel quadro del ciclo ‘La Macchina non basta’. Spazio Vitale, via San Vitale 5, Verona, 13 ottobre 2023 ore 17, 14 ottobre 2023 ore 10.30


Venerdì’ 13 Ottobre a Verona, ore 17-19. Alan Turing: una intervista clinica.

Qui il testo da cui prenderemo spunto

La vicenda personale di Alan Turing non solo è esemplare in sé. Dalle sue carenze affettive, dai suoi turbamenti privati, dalla sua solitudine e dalla sua insanabile insoddisfazione nascono il computer e la cosiddetta intelligenza artificiale.
Mentre lo consideriamo un genio, raramente ci soffermiamo a riflettere sul suo carattere, sulla sua psicologia. Forse preferiamo non vedere, non sapere. Perché ciò che non vogliamo vedere nella vicenda di Alan Turing, non vogliamo vederlo in noi stessi.
La figura di Turing è in mano a matematici, computer scientist, filosofi ridotti a celebrare i trionfi della cultura STEM. Sembrano impossibili o inutili altri sguardi. Eppure, solo se osserviamo la geniale figura di Turing con gli strumenti delle scienze umane, possiamo comprendere la sua lezione, e quindi possiamo anche far luce sugli aspetti più profondi e significativi della cultura digitale.

Dobbiamo infatti accettare, nel riflettere sul ‘digitale’, su computer e smartphone, su algoritmi e cosiddette intelligenze artificiali, un punto di partenza: Alan Turing, deluso da sé stesso, da suo padre e da sua madre, deluso da amici e maestri, dice: speriamo che sostituisca l’essere umano, anche nel pensare.
A partire da una ricostruzione della vicenda umana di Alan Turing, converseranno sull’argomento Francesca Turco, psicologa e psicoterapeuta e Francesco Varanini.

Sabato 14 Ottobre a Verona, ore 10.30-12.30. Dal simbionte al Cybork.
Norbert Wiener propone nel 1948 una nuova disciplina: Cybernetics, destinata a studiare i meccanismi di controllo e regolazione dei sistemi. Gli esseri umani, ed ogni altra living machines, così come le nuove macchine dette computer, sono considerate alla stessa stregua sistemi, oggetto dello stesso studio.
Wiener inizierà presto a dubitare dell’analogia umani-macchine. All’inizio degli anni ’60 scrive a proposito delle differenze e chiama in causa la responsabilità umana.
Intanto però, nel 1960, Manfred Clynes, eccentrico musicista, inventore, scienziato, nell’ambito di ricerche sui viaggi nello spazio, conia il termine Cyborg.
“Il Cyborg incorpora deliberatamente componenti esogene che estendono la funzione di autoregolazione del controllo dell’organismo per adattarlo a nuovi ambienti”. “Un nuovo concetto, un concetto di persona che possa liberare se stessa dai limiti dell’ambiente per estenderli a suo piacimento”.
Vogliamo essere Cyborg? Lo stesso Wiener ci invita alla cautela. Ma in ogni caso possiamo considerarci simbionti, perché oggi ‘viviamo insieme’ a macchine digitali, sempre presenti, e apparentemente indispensabili in ogni fase della nostra vita.
Dobbiamo quindi porre attenzione a come viviamo ‘interafacciati’ con macchine, strutturalmente accoppiati con macchine.
Per parlare di questo Federico Cabitza ed io abbiamo proposto il termine Cybork.
Umani e macchine formano insieme un Cybork, unico complesso sistema. Un sistema socio-tecnico.
Ma come funziona questo sistema?
Oggi automazione e intelligenza artificiale portano a considerare le macchine digitali sempre più indipendenti dagli esseri umani
Si pone così la questione chiave: come coltivare, e se del caso, difendere, in questo quadro, la propria umanità? Come mantener vivo lo spazio per l’agire umano, la responsabilità umana e lo stesso orgoglio di essere umani?
Federico Cabitza e Francesco Varanini converseranno in pubblico attorno a questi non facili argomenti.

Si tratta di due degli appuntamenti del ciclo La Macchina non basta, esordio di Spazio Vitale, via San Vitale 5, il nuovo centro culturale veronese.
Sottili, insistenti sollecitazioni ci invitano ad abbracciare uno stile di vita digitale senza troppo riflettere. Ma proprio per questo appare necessario interrogarsi. Fermarsi a pensare.

Qui la locandina in formato pdf.